Il Recovery Plan eporediese approda in Consiglio Comunale: poche risposte, tanta confusione

Il 5 maggio PD, M5S e ViviamoIvrea hanno chiesto spiegazioni sugli 8 progetti che Sertoli & Co. hanno approvato e inviato alla Regione Piemonte senza alcuna pregressa discussione

Tempi stretti e obiettivi già approvati in precedenza nel DUP eporediese. Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni che l’assessora Piccoli ha fornito durante il consiglio comunale del 5 maggio a seguito dell’interpellanza presentata dai consiglieri di minoranza di PD, M5S e ViviamoIvrea riguardo l’approvazione da parte della giunta Sertoli di 8 proposte di schede di progettualità da inserire nel Recovery Plan regionale; schede che, hanno protestato i consiglieri di minoranza, non sarebbero state minimamente condivise con il consiglio comunale e con le commissioni consiliari.
Guardando ai trascorsi di quest’amministrazione verrebbe da pensare “nulla di nuovo”, non fosse altro che in questo caso non si è trattato di una comunicazione tardiva o di un documento di poca rilevanza; ciò di cui si parla è la possibilità che anche Ivrea possa accedere ad una parte di risorse stanziate dal PNRR, il Piano strategico approvato il 12 gennaio al fine di razionalizzare i 209 miliardi di euro stanziati per l’Italia dall’Unione Europea all’interno del programma Recovery Plan.

Gli 8 progetti che Sertoli & Co hanno approvato in solitaria

Martedì 13 aprile, ovvero circa tre settimane dopo il termine ultimo per la consegna dei progetti alla Regione Piemonte (come si legge sul sito istituzionale regionale) la giunta Sertoli ha approvato 8 proposte di schede di progettualità. «A seguito di un’attenta valutazione», si legge nel documento, i progetti a cui Ivrea ha chiesto un finanziamento sono risultati i seguenti:

  • messa in sicurezza e rifunzionalizzazione del Castello di Ivrea;
  • realizzazione del Distretto della Cultura della Città di Ivrea;
  • interventi per la messa in sicurezza del viadotto XXV Aprile;
  • IVREA SPORT CITY – Realizzazione di Paratia mobile per adeguamento ai parametri ICF dello Stadio della Canoa di Ivrea;
  • IVREA SPORT CITY – Realizzazione Pista di Atletica di San Giovanni;
  • IVREA SPORT CITY – Realizzazione del nuovo palazzetto per il Basket in Via dei Cappuccini;
  • efficientamento e ampliamento funzionale degli uffici comunali del Comune di Ivrea;
  • lavori di rifacimento copertura e miglioramento sismico della scuola Primaria “Selina Lesca” di Torre Balfredo;

Sport, cultura e qualche opera di manutenzione. Obiettivi apparentemente ben lontani dalle linee guida che l’Unione Europea avrebbe chiesto ai singoli Stati, senza considerare la totale mancanza di riferimento alla “transizione ecologica” più volte richiamata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Le opposizioni all’attacco: «perché il territorio non è stato coinvolto?»

«Per quale motivo non è stato attivato un percorso partecipativo e di condivisione con il Consiglio Comunale? Qual è stato il processo decisionale che ha portato alla scelta degli otto progetti indicati, alcuni dei quali peraltro non coerenti con le richieste della UE e del PNRR?». Attraverso l’interpellanza presentata in consiglio comunale le minoranze hanno provato a fare un po’ di luce su questa vicenda confusa e frettolosa, ma le ragioni portate dall’assessora Piccoli e dall’assessore Cafarelli non sono parse affatto chiarificatrici. «Abbiamo ricevuto la richiesta da parte della Regione Piemonte alle 9 di venerdì da preparare per martedì. Non c’è stato tempo di attivare le commissioni consiliari». «Inoltre» ha aggiunto Piccoli «le schede riprendono temi presenti nel DUP approvato dal Consiglio»; in altre parole, ça va sans dire, che bisogno ci sarebbe stato di consultare il Consiglio Comunale se tanto è stato approvato (non all’unanimità, ricordiamolo) il Documento Unico di Programmazione?
Motivazioni che hanno prontamente suscitato la reazione della minoranza, a cominciare dal consigliere Dulla: «comprendiamo le difficoltà, ma la modalità con cui la regione si è approcciata è inaccettabile, soprattutto per le disparità d’ascolto tra i comuni; abbiamo saputo che alcuni comuni hanno potuto partecipare a videoconferenze informative e altri non sono stati avvisati». «Siete caduti in una trappola propagandistica elettorale» ha poi attaccato, dichiarando inoltre: «il problema non è mandare progetti, ma risultare tra quel 10% finanziabile. Perché non avete preso in esame il tema della ferrovia? E il progetto dei mezzi pubblici a emissioni 0 presentato dai sindacati?». A quest’ultima domanda ha provato a porre rimedio e rispondere l’assessore Balzola, dimostrando, tuttavia, una certa ingenuità di ragionamento: «il “progettino” della conurbazione elettrica non è stato inserito perché avevamo già smosso la regione sul tema e perché c’è già un punto all’interno del Recovery Plan regionale che riguarda l’elettrificazione dei mezzi pubblici in Piemonte». “Melius est abundare quam deficere”, ma evidentemente non per Balzola.

Anche il consigliere Comotto non ha risparmiato accuse alla giunta: «il PNRR aveva chiesto investimenti, non spese correnti. Non si può candidare il rifacimento del pavimento di una scuola»; seguito a ruota dal consigliere Fresc: «il progetto di conurbazione elettrica avanzato dai sindacati meritava di essere inserito. Era coerente con gli obiettivi del Recovery Plan». Dello stesso avviso il consigliere Perinetti che ha tenuto a dire la sua: «è un’occasione persa e sprecata per Ivrea e il suo territorio. La delibera citava un processo di coinvolgimento che non c’è stato. Sapevamo da mesi che era in atto una discussione sul programma d’investimenti da presentare, ma ancora una volta dobbiamo constatare l’isolamento d’Ivrea e la sua incapacità di fare comune capofila».
A poco sono poi valsi i tentativi dell’assessora Piccoli di riparare allo scivolone ricordando come questo sia solo “un primo involucro”, che davanti “abbiamo una linea temporale di sette anni” e che «dobbiamo essere compatti e uniti».

La morale che questo consiglio comunale lascia ai cittadini e alle forze di questa città ricalca, purtroppo, l’idea contenuta tra le righe conclusive dell’articolo Eporedian Recovery Plan nel quale l’autore si domandava: “a cosa serve il Consiglio Comunale, a cosa servono le Commissioni Comunali (Assetto del territorio, Attività produttive e sviluppo economico, ecc.), la Città Metropolitana, il Consiglio Regionale, e a questo punto il Governo e il Consiglio dei Ministri? La diligenza sta per arrivare, tutti pronti all’assalto”.
L’idea che l’efficienza sia un valore più importante del lento e a tratti tedioso processo democratico è frutto di decenni di trasformazione della pubblica amministrazione e lo dimostra il fatto stesso che nessuno della maggioranza (nemmeno il gruppo misto vicino a FdI che è sempre alla ricerca di un pretesto per “differenziarsi” dal gruppo della Lega) abbia battuto ciglio di fronte alla richiesta di consegnare in un paio di giorni un piano di progetti che sarebbero dovuti risultare fondamentali e strategici per la città e il territorio. Viene poi da domandarsi se Sertoli & Co. pensano seriamente che realizzare una pista di atletica o efficientare qualche edificio comunale possano essere obiettivi finanziabili tra 1.273 presentati in Piemonte. Tutto ciò risulta ancor più fuori luogo e sconnesso da una visione sistemica del territorio se pensiamo a quanto l’eporediese stia ancora patendo gli effetti dell’ormai lontana crisi cominciata nel 2008 e quanta difficoltà avranno famiglie, lavoratori e studenti nell’immediato futuro.
Domandiamoci: questi progetti locali possono seriamente generare una ripresa occupazionale e di benessere in tutte le sue forme?

Andrea Bertolino