Il vizio di vivere

Le note di viaggio e i versi di Sabrina Marsili alla ricerca del senso puro delle cose

È uscito, per le edizioni Albatros, Il vizio di vivere, di Sabrina Marsili, attrice, regista teatrale e formatrice attiva anche sul nostro territorio.
È una raccolta di memorie, di emozioni, di riflessioni profonde sgorgate dai numerosi viaggi effettuati: un “piccolo affresco espressionista”, come viene definita in quarta di copertina. Ma soprattutto è poesia, che l’autrice, evocando Liu Xiaobo, paragona al pane al mattino. Poesia non solo nei versi che compongono molti passi o collaborano in essi, sostanziosi e adamantini, ma anche nelle brevi prose. Queste sono intense e fortemente significative; vanno lette, a mio parere, andando a capo immagine dopo immagine, concetto dopo concetto, per dare modo alla mente di assegnare loro una forma, una logica anche personale, e di modificare queste – lievemente o meno – ad ogni rilettura. Perchè è un libro che si fa rileggere, si fa riaprire a una pagina a caso, per offrire il dono perfetto, adeguato al momento.
L’attenzione è catturata in modo naturale, perchè il contenuto è esposto nella sua essenza: così come Sabrina Marsili, a teatro, lima il movimento – escludendo anche ciò che superfluo non sembra – fino a renderlo puro e vitale, così monda le frasi fino a renderle nucleari. E, quindi, fruibili da chiunque, anche se la loro genesi è agganciata a concretezze particolari, annotate in maniera personale o a ben definite citazioni letterarie o artistiche. Le metafore, grazie a questa nettezza, sono infinite: “Viaggiando, scrive Sabrina, apparteniamo di più alle cose, perciò in questa particolare condizione – parlo esattamente di “viaggio”, un percorso individuale e qualitativamente interiore – le nostre percezioni, liberate dalle catene della ripetizione, entrano in uno stato di ascolto profondo e innocente”.
Le poesie – e i versi senza gli ”a capo” – lasciano nel lettore una grande ricchezza. Porgono illimitate possibilità di interpretare il mondo, la vita, la morte, le esperienze, gli avvenimenti, gli incontri – anche solo sulla carta – e le relazioni…
A volte i versi, o le frasi, propongono significati nuovi o trasformati di parole quali compatibilità, tempo, destino.
A volte gli ambiti poetici si imprimono nel lettore, senza preavviso, e si compenetrano ispirati: bisogna inventarsi gli infiniti, i sapori dei sorrisi, la morbidezza della sera, pura magia che solo l’innocenza sa creare.
Il vizio di vivere accompagna nel desiderio di una vita tersa, autentica e cristallina. Come scrive Sabrina in India, luogo dove recentemente ha rappresentato con Silvia Conte Voci del mondo, uno spettacolo teatrale per bambini, “… allora non ci sarà più confronto ma solo il senso puro delle cose…”.

Paola Fior