In Canavese produciamo ancora troppa “indifferenziata”

Nel territorio canavesano nel 2017 la raccolta differenziata si è fermata al 61,5%. Diversi i comuni virtuosi nell’eporediese; deludenti i risultati della Valchiusella. Nell’AMI ancora troppi gli incivili che buttano latte di vernice, materassi e macerie nei boschi, come dimostrano le foto in quest’articolo scattate quest’estate sul territorio

Il cartone della pizza, va nella carta? E nel caso sia sporco, va nell’indifferenziata? Le bottiglie di plastica vanno nella campana azzurra, ma nel caso si tratti di un pezzo di plastica rigido?
Per quanto esistano guide dettagliate sulla raccolta differenziata non sempre risulta facile capire dove buttare determinati prodotti, alcuni dei quali ancor oggi sprovvisti di legende in grado di aiutare il consumatore a differenziare.
E così, un po’ per svogliatezza e un po’ per ignoranza finiamo per non prestare troppa attenzione al bidone dentro il quale buttiamo l’immondizia oppure, nel dubbio, preferiamo “non correre rischi” e gettare tutto nell’indifferenziato.
Passato il netturbino a ritirare il sacchetto porta a porta tiriamo un sospiro di sollievo, pensando di “averla fatta franca”, ignorando il fatto che la nostra pattumiera andrà a sommarsi alle migliaia di altre del territorio, come dimostrano i numeri pubblicati dalla Regione Piemonte sullo stato della differenziata su tutto il territorio piemontese.

I dati 2017 in Canavese: vicini alla soglia del 65%

Il Consorzio Canavesano Ambiente (CCA) è l’ente preposto a occuparsi del tema rifiuti ed è composto dai 108 comuni del territorio comprendenti circa 186 mila abitanti. La gestione dei rifiuti è assegnata dal CCA a diverse società, tra cui spiccano la Società Canavesana Servizi (area Anfiteatro Morenico d’Ivrea) e la Teknoservice (area Rivarolo-Caluso-Valchiusella).
A livello consortile, in Canavese la differenziata nel 2017 si è fermata al 61,5%, un dato in leggero miglioramento rispetto al 2016, anche se l’introduzione di un nuovo metodo di calcolo della differenziata rende difficile il confronto, come ammesso dallo stesso comunicato della Regione; questa precisazione sul metodo è importante, perché quelli che oggi sembrano dei miglioramenti reali sembrano essere più che altro dovuti ad una variazione di calcolo che, in ultima analisi, finisce più per “gonfiare” il risultato che incidere concretamente sulla gestione dei rifiuti. Se togliamo i 3-4 punti aggiunti con questo nuovo metodo, infatti, il dato finale regionale risulta essere stabile se non addirittura in leggera diminuzione.
Sempre lo scorso anno, inoltre, ognuno di noi ha prodotto circa 435 kg di immondizia, 167 dei quali di indifferenziata.
È evidente come questi numeri siano poco incoraggianti e dimostrino la necessità di fare uno sforzo maggiore per migliorare la qualità della raccolta differenziata per cercare di raggiungere i traguardi fissati dal Piano Regionale Rifiuti che prevede entro il 2020 una differenziata al 65% e 455kg di rifiuti prodotti al massimo per abitante, 159 dei quali di indifferenziata tollerata. Non sono dei traguardi irraggiungibili, ma è chiaro che ogni comune deve fare la sua parte.

Risultati incoraggianti per l’area eporediese; malissimo la Valchiusella

Guardando nello specifico l’andamento della differenziata in alcuni comuni, i cittadini d’Ivrea hanno differenziato lo scorso anno il 63,1% dell’immondizia. Tra gli esempi più virtuosi nel canavese spiccano: Bollengo, (70,9%), Borgofranco d’Ivrea (70,6%), Albiano d’Ivrea (74,5%), Burolo (77%), Cascinette d’Ivrea (75,7%), Fiorano (75,9%) sino ad arrivare ai valori più alti registrati da Salerano (81,4%), Quassolo (85,6%) e Barone Canavese (86,7%). Ad abbassare la media generale ci pensano, purtroppo, i comuni della Valchiusella, alcuni dei quali al di sotto del 50% di raccolta differenziata: Alice Superiore (47,5%), Meugliano (43,5%), Pecco (52,9%), Rueglio (50,9%), Traversella (50,7%) e Vico (46,5%). Anche Cuorgnè e Castellamonte contribuiscono a far calare il valore generale della differenziata, fermando la raccolta differenziata rispettivamente a due miseri 49,6% e 46,9%.
«L’area dei comuni serviti da SCS [area anfiteatro morenico d’Ivrea, ndr] si attesta a un livello di circa 63% di raccolta differenziata, mentre l’area dei Comuni serviti da Teknoservice [area Cuorgnè, Castellamonte, Rivarolo, Valchiusella, ndr] è sul livello del 52% circa» si legge infatti nella relazione di fine 2017 del CCA. I numeri lasciano supporre che non possa trattarsi di una coincidenza che proprio quei comuni serviti dalla Teknoservice presentino dei risultati così deludenti, ma capire quanta responsabilità hanno i cittadini e quanta il servizio offerto è cosa che non può essere giudicata sulla base dei soli numeri.

Il dramma dei boschi canavesani, discariche a cielo aperto

Numeri a parte, per capire il grado di inciviltà e la scarsa considerazione che come territorio dedichiamo al rispetto ambientale è sufficiente farsi qualche passeggiata. Coloro che amano immergersi nella natura, nei boschi o lungo le rive del Chiusella o della Dora si saranno certamente accorti di quanta immondizia viene abbandonata o deliberatamente scaricata nell’ambiente. Le foto che trovate in questo articolo sono tutte state scattate nei mesi di maggio e luglio di quest’anno lungo le rive del Chiusella, nel territorio compreso tra i comuni di Pavone C.se e Perosa C.se.
Nonostante le segnalazioni effettuate, tutta l’immondiazia presente allora non è stata portata via e, duole dirlo, chissà quanto tempo dovrà ancora incorrere prima che gli enti preposti decidano di ripulire le aree.
Analoga situazione era stata denunciata verso la fine di settembre dalla Sentinella che aveva documentato la situazione della discarica abusiva vicino al quartiere San Giovanni a Ivrea e, prim’ancora, a Bollengo, a riprova di come questi casi non siano isolati, ma diffusi su tutta l’area canavesana.
In questi giorni di “SanaTerra” a Ivrea è bene ricordarsi che, purtroppo, non tutta la terra che abbiamo a disposizione è sana.

Andrea Bertolino