In difesa del Vallone delle Cime Bianche

Appuntamento ad Aosta il 12 maggio contro la distruzione del sito

Insieme agli amici e alleati di Ambiente Diritti Uguaglianza – Valle d’Aosta e a Valle d’Aosta Aperta, vi aspetteremo venerdì 12 maggio 2023 alle ore 20:45 ad Aosta, presso la Sala Conferenze BCC, in Via Garibaldi 3.
Parleremo del Vallone delle Cime Bianche, della grande battaglia di Conservazione a suo favore che ci vede in prima linea ormai da tanti anni, e di ciò che rischia, oggi più che mai, questo prezioso ecosistema protetto e parte della ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220).
Parleremo soprattutto del secondo studio di fattibilità, costato ben 403.000 Euro e tuttora non disponibile per i contribuenti, a differenza del primo risalente al 2015. Ciò malgrado svariate “anticipazioni” a mezzo stampa, avvenute sin dalla metà di dicembre 2022.
É inutile cercare di edulcorare o stemperare la gravità della situazione: il momento è delicato, importante e decisivo. Presto annunceremo nuove iniziative in difesa del Vallone delle Cime Bianche. Ora più che mai, vi chiediamo di aiutarci a divulgare questo messaggio in difesa dell’ultima vasta area incontaminata e assolutamente intatta dell’intera Val d’Ayas.
In difesa delle Cime Bianche. Diciamo NO al progetto funiviario nel Vallone!

In difesa delle Cime Bianche. Diciamo NO al progetto funiviario nel Vallone!

Il Vallone delle Cime Bianche si trova nell’alta Val d’Ayas (Regione Autonoma Valle d’Aosta) e contribuisce a formarne la testata superiore. Si tratta, nel contesto dell’intera Val d’Ayas, dell’ultima grande area non pesantemente antropizzata, ancora priva di piste da sci o impianti di risalita, di strade o abitati, nonché di altre strutture invasive per l’ecosistema, purtroppo sempre più diffuse nelle zone circostanti.
La maggior parte del Vallone è tutelata dalla ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220), espressione della rete europea Natura 2000. Questo per via del suo raro, fragile, prezioso ecosistema alpino, caratterizzato da peculiarità geologiche e da un’unica biodiversità, nonché da un importante retaggio storico, archeologico e culturale che trae origini dagli albori della presenza e del transito umano in queste terre.

Il progetto di collegamento funiviario

Derivante da un’idea nata negli anni Settanta, nel 2015 è stato proposto un progetto di collegamento esclusivamente funiviario e non sciistico, volto a connettere la zona di Frachey (Val d’Ayas) con gli impianti a monte di Cervinia. Si trattava dello Studio urbanistico ambientale del “Progetto INTERREG 2007-2013 Alplinks”, che caldeggiava, nella sua alternativa consigliata, un impianto destinato a raggiungere il Colle Superiore delle Cime Bianche.
Sempre nel 2015 fu pubblicata l’”Analisi delle potenzialità di sviluppo di un sistema di mobilità integrata nell’area Cervino-Monte Rosa”, che concludeva egualmente, malgrado il riconoscimento di svariati fattori contrari, a favore del collegamento.
Nel 2017, a seguito di una votazione del Consiglio Regionale del dicembre 2016, il Servizio impianti a fune della Regione Valle d’Aosta fornì una relazione inerente sia al progetto funiviario Pila-Cogne che a quello Ayas-Breuil. La relazione SIF 2017 indicava il Colle Inferiore delle Cime Bianche come punto di arrivo del nuovo impianto, contraddicendo in parte lo studio del 2015.
Il 21 gennaio 2020 la Seconda Commissione del Consiglio Valle ha approvato la prima bozza del “Documento di economia e finanza regionale per il triennio 2020-2022”, che a pagina 100 prevedeva la realizzazione del collegamento funiviario come (…) “risposta attiva ai cambiamenti climatici”.
La versione definitiva del DEFR, modificata e approvata in data 30 gennaio 2020, prevede invece di (…) “Dar corso, da parte dei concessionari coinvolti, agli studi propedeutici per giungere alla decisione basata sulle analisi di realizzabilità in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale e urbanistica”, al fine di (…) “Valutare la realizzabilità del collegamento tra i comprensori di Cervinia e Monterosa”.

La situazione normativa

Come premesso, la maggior parte del Vallone delle Cime Bianche è sotto la tutela della ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220), parte della rete ecologica europea Natura 2000, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, di cui è garante, attuatore e responsabile il Ministero dell’Ambiente, Servizio Conservazione della Natura, di Roma.
Pertanto, in attuazione delle direttive europee 79/409/CEE e 92/43/CEE “Habitat”, la legge della Regione Autonoma Valle d’Aosta 8/2007 ha vietato nell’area la costruzione d’impianti di risalita a fune e di piste da sci.
Il Piano Regolatore Generale del Comune di Ayas (AO) include l’area del Vallone nella Sottozona Ef1, definita di (…) “Specifico interesse naturalistico”.
Il costo del collegamento, nel 2015, era stato stimato in circa 51 milioni di Euro e in oltre 1.300.000 Euro annui di gestione. Lo stesso studio di fattibilità del 2015 era costato svariate centinaia di migliaia di Euro alla collettività.
Risulta pertanto, a nostro avviso, che l’eventuale costruzione di questo impianto, sotto qualsiasi forma, arrecherebbe un danno irreparabile all’ecosistema ancora intatto del Vallone delle Cime Bianche, stravolgendo inoltre i delicati equilibri di un’area protetta dalla normativa europea.
In questo specifico caso è del tutto impossibile conciliare la protezione ambientale con la realizzazione di una grande opera di questa portata.

La grande causa della Conservazione

A oggi, la causa della Conservazione è una delle più grandi e pressanti sfide del nostro tempo, la chiave per affrontare e auspicabilmente sopravvivere al crescente conflitto tra uomo e ambiente. La Conservazione è una pratica che richiede, tuttavia e anzitutto, un drastico cambiamento di mentalità: solo abbandonando un’ottica antropocentrica e di dominanza, prevaricazione sull’ambiente potremo aspirare a un rinnovato progresso culturale ed etico.
Questa grande causa interessa sempre più direttamente molti ecosistemi, specie animali e vegetali che fanno parte dei territori a noi vicini, o che ci appartengono. Ecco quindi che diventa una causa a “chilometro zero”, cui tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo.
Oggi, il Vallone delle Cime Bianche diventa simbolo vivo della battaglia per la tutela dell’integrità superstite dell’ambiente alpino, sempre più minacciato dall’antropizzazione incontrollata e da politiche predatorie che vedono la montagna come mera risorsa da sfruttare.
Questa è una delle tante iniziative da noi portate avanti in questo ambito, tra cui serate di proiezione fotografica e divulgazione, articoli e portfolio su giornali e riviste, costante presidio e aggiornamento social, nonché la pubblicazione dell’omonimo volume fotografico.

Aiutateci a salvare uno degli ultimi baluardi di vera wilderness montana ai piedi del Monte Rosa.

Petizione “L’Ultimo Vallone Selvaggio. In difesa delle Cime Bianche”