Inceneritore di Cavaglià: non tutti i mali vengono per nuocere

Avanza l’iter autorizzativo e la Commissione della Regione Piemonte chiede di aspettare il nuovo Piano Regionale di gestione dei rifiuti prima di fare impianti di termovalorizzazione

Giovedì 13 le associazioni ambientaliste sono state ascoltate dalla V Commissione della Regione Piemonte. Hanno parlato di due situazioni distinte, ma che si riferiscono a impianti dello stesso tipo: gli inceneritori. Il primo è quello di Cavaglià, di cui è stato già presentato il progetto da A2a ed è in corso l’iter autorizzativo da parte della Provincia di Biella; il secondo è quello paventato la scorsa estate dall’assessore regionale all’ambiente da realizzare a Novi Ligure.
La Commissione della Regione in realtà chiede che, prima di costruire impianti, si attenda il nuovo Piano di gestione dei rifiuti, rispondendo così anche alle richieste delle associazioni ambientaliste che la spronano a assumersi il suo ruolo di programmazione. Le associazioni denunciano inoltre il prevalere degli interessi privati nella gestione dei rifiuti, facilitato dal frazionamento delle competenze.
La V commissione ha ribadito la contrarietà alla realizzazione dell’impianto di A2a a Cavaglià, impegno già preso con l’approvazione della mozione del Movimento 5 stelle dal Consiglio regionale nel novembre scorso. Ha inoltre dato piena disponibilità ad approfondire la situazione dell’area della Valledora, in cui sorgerebbe anche l’inceneritore di Cavaglià e già compromessa da cave e discariche.
La procedura di autorizzazione di questo impianto, dopo le audizioni e la pubblicazione dei pareri della commissione incaricata alla loro valutazione prosegue: oggi (venerdì 14, ndr) si è svolta la prima seduta della Conferenza dei servizi della Provincia di Biella. Vi erano, oltre agli enti preposti ad esprimere dei pareri sul progetto, anche molti uditori. Questi erano sia sindaci della zona che associazioni di cittadini, invitati grazie alle osservazioni presentate nella fase precedente della procedura.

Lo strano effetto che sta avendo questo inceneritore è che i due fronti si stanno aggregando e consolidando. Da una parte vi sono gli oltre 30 Comuni che con mozioni e osservazioni si sono espressi contro questo progetto. A parte Ivrea che ha recentemente approvato una mozione nel Consiglio comunale, sono piccoli comuni di tre Provincie: Biella, Vercelli e Torino. Prospettano, con questa loro unità, la realizzazione di un’area vasta dalle grandi potenzialità. Un’area che vada dalle risaie vercellesi alle montagne biellesi, che comprenda l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea e punti, grazie alle sue caratteristiche, su turismo lento e agricoltura di qualità.
Anche le associazioni di cittadini si stanno coalizzando, tanto da far dire a Massimo Berzero di Santhià Obiettivo Salute: “la cosa più importante che sta avvenendo intorno alla vicenda dell’inceneritore di Cavaglià è che cresce la sinergia dei vari gruppi ambientalisti. Ci stiamo, infatti, organizzando insieme per affrontare la problematica condivisa. E’ un fatto positivo e costruttivo per il futuro che dovrà vedere sparire i protagonismi dei singoli a favore di una realtà ambientalista che percorra la strada di unificazione e si ponga in modo più autorevole nei confronti degli enti amministrativi!”.
Prossimo appuntamento per il procedimento che riguarda l’inceneritore di Cavaglià sarà martedì 1 febbraio per la seconda Conferenza dei servizi convocata dalla Provincia di Biella. I vari enti potranno in quella occasione presentare richieste di integrazioni al progetto del proponente.
Nel frattempo aspettiamo che si lavori al nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, puntando su riciclo e riuso e non su incenerimento e stoccaggio.

Ettore Macchieraldo