Indagati, ma abili al lavoro

Tornano a lavorare nel carcere di Ivrea gli agenti indagati per tortura

il tribunale del Riesame di Torino ha annullato l’ordinanza che sospendeva dal lavoro, in via cautelare, alcuni agenti della polizia penitenziaria di Ivrea accusati di tortura.
Sono 7 degli 8 a cui la misura cautelare era rivolta: Paride Petruccetti, Giovanni Atzori, Vincenzo D’Agostino, Riccardo Benedetto, Felice Cambria, Rocco De Maio e Lorenzo La Malfa, difesi dagli avvocati Celere Spaziante, Mario Benni, Marco Romanello ed Enrico Scolari.
La motivazione è la mancanza di riscontri specifici alle dichiarazioni dei due detenuti che hanno denunciato le violenze in carcere.
SI badi bene, il tribunale non  nega che ci siano stati episodi violenti ai danni di detenuti in carcere a Ivrea, confermato anche da alcune intercettazioni, sottolineando  la difficoltà di trovare questo tipo di riscontri in un ambiente come quello carcerario.
Uno degli agenti sarebbe inoltre riuscito a dimostrare che si trovava in permesso durante uno degli episodi contestati.
A dicembre 2022 la procura di Ivrea aveva chiesto e ottenuto, con provvedimento del gip del Tribunale di Ivrea, la sospensione per un anno nei riguardi di  otto agenti di polizia penitenziaria, a seguito dell’inchiesta della pm Valentina Bossi della procura di Ivrea. Erano 45 gli indagati, tra direttori, medici e agenti, per le presunte percosse e le torture subite dai detenuti della casa circondariale di Ivrea.

Simonetta Valenti