Industria e cultura. Il percorso controcorrente di Olivetti

Aperta fino al 17 ottobre al Museo Garda di Ivrea la prima mostra sulla Collezione Olivetti

E’ in corso dal 3 luglio e si protrarrà fino al 17 ottobre presso il Museo Garda di Ivrea una mostra molto importante per il territorio, che non avrebbe potuto nascere in altra città e, in qualche modo, molto attesa. Attesa benchè inaspettata, data la rassegnazione cui tutti ci stiamo abituando, e che fa spesso guardare con rammarico e senso di perdita a quanto la Olivetti producesse per se stessa e per tutta Ivrea.
La collezione Olivetti”, che vuole essere solo la prima di una serie di mostre a tema, riporta alla luce e alla visione collettiva l’enorme patrimonio artistico, legato sì alla impresa e al marchio ma non nel riduttivo termine cui ci hanno abituati gli attuali “sponsor”. Una industria che produceva cultura, commissionava opere d’arte, restaurava capolavori universali.
Opere d’arte distribuite poi in migliaia di copie tramite le famose agende Olivetti o i calendari, posizionate in uffici e negozi, come pure piccole opere d’arte, usate da tutti come “normali portamatite” erano gli arredi da scrivania. Nella mensa della colonia di Marina di Massa bambini e monitori mangiavano sotto una intera parete dipinta da Egidio Bonfante. Era normale.
Ora che la grande “ditta” si è dispersa in mille rivoli e la sua spinta propulsiva non c’è più resta un enorme patrimonio architettonico, imprenditoriale ma anche artistico, e proprio a questo in particolare l’Archivio Storico Olivetti da anni cercava uno sbocco visibile e pubblico. Naturalmente essendoci vari attori in ballo, aziende, enti, archivi, l’operazione mostrava sempre lunghi stalli.
Ora finalmente, grazie ad un accordo siglato lo scorso febbraio dal Comune di Ivrea, dall’Archivio Storico Olivetti, TIM e Olivetti, con l’aiuto anche dell’Archivio Storico Telecom, il Museo Garda avvia una serie di mostre per mostrare i vari aspetti del patrimonio artistico accumulato dalla azienda di Ivrea e del progetto culturale che ha sempre ispirato l’anomalo percorso della Olivetti.

La prima mostra del progetto si intitola Olivetti e la Cultura nell’impresa responsabile.

Chagall a Ivrea

L’esposizione si articola su una selezione di oltre 100 opere d’arte di 32 artisti e oltre 100 documenti storici (manifesti, locandine, filmati storici, pubblicazioni, fotografie e carteggi), riproposti al grande pubblico dopo l’unica occasione espositiva del 2002 presso l’Officina H di Ivrea, in occasione della mostra “55 artisti del Novecento dalla raccolta Olivetti”.
Si tratta di un patrimonio culturale di documenti, filmati e fotografie, che la società Olivetti ha commissionato e acquistato negli anni e ora escono dagli archivi e addirittura dai caveau.
La prima sezione della mostra dà un quadro delle iniziative culturali sul territorio dalla fine degli anni Quaranta fino alla fine degli anni Novanta tramite locandine, fotografie e opere pittoriche. Solo dal 1950 al 1964 sono state organizzate 249 conferenze, 71 concerti di musica da camera, 103 mostre d’arte figurativa, 52 altre manifestazioni di vario genere, quali dibattiti, presentazioni di libri, tavole rotonde e simili.In esposizione opere di grandi artisti internazionali, alcuni già notissimi altri che lo diventeranno in seguito: Morandi, De Pisis, Baj, Mirò, Pomodoro, Morlotti, Rabuzin, Janssen, Botero, Mattioli, Costantini, Guccione, Ventrone.

Si entra poi nel mondo delle agende, un progetto culturale prima che editoriale, dal 1969 per oltre trent’anni: un’iniziativa, insieme ai libri Strenna, di Giorgio Soavi. Non erano solo raffinate pubblicazioni con illustrazioni, ogni anno un artista veniva scelto e le sue opere destinate all’agenda venivano acquistate dalla Olivetti che arricchiva in questo modo il suo patrimonio artistico.
Altra sezione riguarda le grandi mostre e i restauri. Grazie a una intuizione di Renzo Zorzi, dal 1965 responsabile per molti anni della immagine e delle attività culturali del gruppo, la Olivetti si fa promotrice di importanti restauri del patrimonio culturale nazionale diventando essa stessa immagine della cultura italiana nel mondo. Gli affreschi di Firenze, I cavalli di San Marco, L’ultima cena di Leonardo da Vinci sono tra le opere che più hanno portato il nome Olivetti in giro per il mondo. Proprio alla figura di Renzo Zorzi, “intellettuale, manager, umanista”, è stata di recente dedicata una giornata presso il Teatro Giacosa nel centenario della nascita, con la proiezione di un documentario appena realizzato, ora disponibile in visione all’interno della mostra, e la testimonianza di colleghi e della figlia. Qui il video degli interventi.
La Galleria Olivetti infine offre una successione di opere di grandi artisti, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Renato Birolli, Renato Guttuso, Xanti Schawinsky.
La provenienza delle opere è diversificata: acquisizioni dall’estero, da gallerie d’arte, da premi letterari e di pittura, da scambi e regali, da opere dedicate. Il risultato di questa diversificata e duratura attività di acquisizione nel corso del secolo scorso, ha costruito nel tempo un ricchissimo patrimonio di notevole valore storico-artistico.
“L’elemento di maggiore interesse infatti, non è dato dalla particolare qualità delle opere – molto diverse tra loro – bensì dal fatto che, salvo poche eccezioni, esse ricostruiscono ed esemplificano decenni di iniziative promosse nel campo delle arti e realizzate da un’industria, non con la finalità del mecenatismo e per la passione del collezionismo, ma come qualcosa di proprio della sua quotidiana attività industriale o, semplicemente, per aver scelto i suoi collaboratori – in settori in cui tale collaborazione risultava possibile – tra gli interpreti più singolari e sinceri del suo tempo: gli artisti. (Renzo Zorzi, Los artistas y Olivetti, 1976).

Il progetto completo prevede sei esposizioni che si terranno nell’arco dei prossimi tre anni. Dopo questa prima mostra seguiranno altre dedicate a Folon (entro il 2021), ai negozi Olivetti, all’astrattismo e Olivetti, a Giorgio Soavi, al Libro strenna,
Un percorso complesso quindi che da una parte permetterà di esplorare il modello Olivetti, spesso citato ma raramente analizzato, e dall’altra darà un ruolo definito e intrasferibile al Museo Garda di Ivrea, città che proprio alle bellezze Olivetti (non stiamo parlando di arte?) deve la sua fama nel mondo.

Francesco Curzio

La Collezione Olivetti. Olivetti e la Cultura nell’impresa responsabile
Museo Civico Garda
p.Ottinetti, Ivrea

orari di apertura:
Lunedì e festività chiuso
Martedì e Mercoledì dalle 15 alle 19
Giovedì e Venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
Sabato e Domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19