Innovis-Comdata: il sindaco di Ivrea chiama l’azienda

Presidio riuscito, obiettivo minino raggiunto: il sindaco convocherà Comdata per discutere del caso Innovis

Più di cinquanta i lavoratori Innovis che hanno aderito allo sciopero indetto dalla Fiom-Cgil con presidio davanti al Municipio di Ivrea in occasione dell’incontro con il sindaco Della Pepa e l’assessore al lavoro Capirone.
Nulla li ferma, sono resistenti, nonostante il magone e la preoccupazione che hanno dentro. Credono nella forza della ragione.
Non li ha fermati neanche la conferma che altri 40 colleghi alla fine abbiano ceduto al ricatto firmando la lettera di licenziamento da Innovis con riassunzione peggiorativa in Comdata. Una sconfitta pensare a quei lavoratori che sotto la pressione aziendale, ma anche dei propri delegati sindacali (questo è il punto più grave), hanno ceduto.
I resistenti di Innovis sono lavoratrici e lavoratori che chiedono una cosa semplice e giusta: che alla cessazione dell’azienda (potrebbe essere il prossimo luglio) la casa madre Comdata li assorba per incorporazione (art. 47) permettendo così di mantenere le condizioni di lavoro in essere anziché costringerli a licenziarsi per essere riassunti “in saldo”.
Sono per la quasi totalità iscritti o vicini alla Fiom, sostenuti con grande impegno e grinta dai loro delegati Milli Penna a Roberto Caricchi, ma a questi si aggiungono cinque o sei lavoratori delle altre sigle confederali che invece attraverso i prori delegati in azienda hanno fatto forti pressioni agli iscritti per spingerli ad accettare il ricatto aziendale con lo spauracchio della chiusura senza alcuna buonuscita. Questi lavoratori quindi si sono licenziati e sono stati riassunti in Comdata perdendo quasi il 40% della retribuzione e firmando un “accordo tombale“, cioè la rinuncia a qualsiasi impugnazione dell’atto di licenziamento e il nulla a pretendere oltre a quanto scritto nell’accordo. Il tutto in cambio di una misera buonauscita di novemila euro lordi. Molto misera se confrontata a quanto ci guadagna Comdata!
E’ questo che Fabrizio Bellino, funzionario territoriale Fiom-Cgil, ha raccontato a sindaco e assessore dopo un breve riassunto della lunga storia di Innovis.
Dopo l’introduzione di Bellino, sono intervenuti i delegati e molti lavoratori, “sono 16 anni che lavoriamo sotto pressione e senza serenità – ha ricordato una lavoratrice – da quando nel 2002 Innovis è nata per ricollocare lavoratori considerati “esuberi” da Olivetti. Capita di frequente che si debba chiamare l’ambulanza per colleghi che non reggono la pressione di una situazione precaria e incerta“. E un altro lavoratore invece chiede “Vi sembra giusto che Comdata attraverso Innovis usufruisca fin dal 2010 di ammortizzatori sociali pur essendo un’azienda multinazionale che registra utili importanti? E’ giusto che si paghi noi come collettività le scelte di Comdata e che si distraggano fondi da destinare ad aziende in crisi o per altri scopi di pubblica utilità?“.
E’ chiaro ascoltandoli che siamo davanti a lavoratori ben strutturati, consapevoli e sindacalizzati, anche per questo non piacciono a Comdata.

Primo risultato ottenuto: Comdata dovrà spiegare all’amministrazione comunale perché non vuole incorporare i lavoratori Innovis senza cancellare i loro diritti.

Presidio delle lavoratrici e dei lavoratori Innovis-Comdata davanti al Municipio di Ivrea

La rabbia, la determinazione, la forte partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, la volontà di resistere, alla fine han prodotto un risultato, il sindaco Della Pepa ha preso l’impegno di convocare l’azienda Comdata per un incontro per discutere di Innovis. Un buon risultato se si considera che l’assessore Capirone ha voluto ricordare che come pubblica amministrazione non potevano fare molto e anche considerato che in passato non sia accaduto tante volte che gli amministratori comunali chiamassero le aziende a rendere ragione di scelte che incidevano pesantemente su lavoratori dell’eporediese (non vollero ad esempio chiamare Vodafone a spiegare le motivazioni dei trasferimenti punitivi e discrimantori di 19 lavoratori da Ivrea a Milano).

L’azienda accetterà senz’altro l’incontro, come già fatto quando convocata dalla Commissione Lavoro del Comune di Torino. Siamo curiosi di vedere se anche nel palazzo comunale di Ivrea diranno che per quel che riguarda Innovis hanno “sempre stretto accordi con reciproca soddisfazione”.
Probabilmente tutto dipenderà da come si porranno i nostri amministratori, da che ricordo vorranno lasciare a fine mandato sul tema dell’occupazione, ad onor del vero un tema un po’ trascurato da questa giunta e consiglio comunale, pur con tutti i limiti che l’amministratore pubblico locale ha di incidere sulle politiche aziendali, onestamente un po’ di cuore e iniziativa in più si poteva spendere.

Cadigia Perini