Io appartengo all’essere e non lo so dire

Roberto Latini a Ivrea con i versi di Mariangela Gualtieri

Non è mai venuto ad Ivrea il Teatro Valdoca di Cesena, che da ormai quarant’anni costituisce una delle punte più vanzate del teatro di ricerca in Italia, guidato da Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri. Drammaturga e autrice dei testi, Gualtieri si è scoperta via via poetessa a tutto tondo, riuscendo anche ad emergere dalla nicchia di solito riservata alla poesia.
A differenza della maggior parte dei poeti scrittori e in accordo con la sua provenienza teatrale, Gualtieri predilige la parola detta, più che letta, e lei stessa porta i suoi versi su palcoscenici e festival , fino alla recente pubblicazione di Incanto fonico, agile lavoro per Einaudi dedicato all’arte di “dire” i versi.
Venerdì 30 luglio Morenica NET ha portato nel cortile del Museo Garda ad Ivrea La delicatezza del tutto e del niente: i versi di Michelangela Gualtieri nella interpretazione di Roberto Latini, attore tra i più noti in Italia, pluripremiato per la rigorosità della ricerca.
Solo sul palco, con due microfoni e un leggio, Latini instaura da subito un dialogo molto corporeo con i versi, a tratti quasi un combattimento, alternando un registro fonico più profondo con un altro più distorto e straniante, senza una vera soluzione di continuità come un flusso continuo che non richiede interruzioni.
Si inizia con il monologo del Non so (da Parsifal) scandito dall’iterazione salmodiante del protagonista per proseguire con il folgorante Sermone per i cuccioli della mia specie, inno alla rivolta delle nostre piccole “divinità domestiche” contro noi adulti, un libricino del 2006 che conservo tra le cose più care.
Latini, che di recente si era confrontato con un altra vetta come il Cantico dei cantici, rivela in una intervista che proprio assistendo una sera con Michelangela Gualtieri a un improvviso comparire di lucciole ha scoperto la chiave per dare voce alle sue poesie: accettarle come un dono, un miracolo. Senza personalismi o interpretazioni, tanto che si è sforzato di non impararle a memoria ma di leggerle ogni volta come nuove, mai ascoltate.
Certo, Gualtieri insiste molto sull’importanza paritetica sia dei suoni che dei silenzi, come comanda anche la lunga pratica teatrale. Latini invece, utilizzando molto la fonica amplificata e ricca di echi e riverberi, curata da Gianluca Misiti, oltre a delicati brani musicali, penalizza un po’ lo spazio necessario del silenzio e lo sguardo continuamente stupito di Gualtieri sul mondo, quello grande e quello minuscolo intorno a noi.
Si esce comunque con in testa le parole potenti e modeste di chi maneggia i vocaboli che, invece, non bastano mai:
ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono, le mie parole mi deludono, sempre mi deludono
… io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire.

In chiusura di serata Davide Gamba, della libreria Mondadori, ha delineato il percorso artistico di Gualtieri e la sua produzione libraria, senza dimenticare un suo personale ringraziamento ai versi di “E’ terra la sostanza del mio dire”, perchè la poesia, per chi la sa ricevere, illumina.

Morenica NET si conclude venerdì 5 agosto sempre nel cortile del Museo Garda ad Ivrea con il vulcanico Francesco Giorda in Alcune cose da dire. Stand up night

Francesco Curzio