Ivrea 23 luglio: una grande manifestazione per la Pace

Ben riuscita la giornata straordinaria per la Pace a Ivrea! Il movimento per la Pace eporediese dimostra solidità e capacità di crescere.

Di buon mattino in piazza Ottinetti sono stati apparsi i gazebo e poitantii cartelli e striscioni a formare una corolla di Pace nel centro della piazza. Alle 11 è partito il corteo lungo via Palestro accompagnato dal ritmo del percussionista e del trombettista del gruppo Satoyama, fra uno striscione e l’altro anche lo storico missile di cartone costruito dal gruppo di Emergency Canavese che ad ogni manifestazione viene distrutto o almeno maltrattato. Suggestivo l’arrivo in piazza Ferruccio Nazionale con l’alzabandiera della Pace sopra il portone del Municipio.

Sono stati più di cento gli eventi in tutta Italia sabato 23 luglio Giornata nazionale per la Pace lanciata dalla Rete Pace e Disarmo per l’immediato cessate il fuoco in Ucraina, l’apertura di un negoziato e una conferenza internazionale di pace. Ivrea è stata una delle 50 città che con diverse iniziative ha aderito alla mobilitazione. E il programma eporediese è stato fra i più ricchi e partecipati. [al fondo dell’articolo galleria foto e video]

Ha aperto la manifestazione in piazza Ottinetti, contornata da una corolla di Pace, Pierangelo Monti, presidente Mir Italia, leggendo l’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro delle popolazioni ucraine, ma anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale.
Siamo e saremo sempre dalla parte della popolazione civile, delle vittime della guerra in Ucraina e dei pacifisti russi che si battono per porre fine all’aggressione militare.
Questa guerra va fermata subito e va cercata una soluzione negoziale, ma non si vedono sinora iniziative politiche né da parte degli Stati, né da parte delle istituzioni internazionali e multilaterali che dimostrino la volontà di cercare una soluzione politica alla crisi.
Occorre invece che il nostro paese, l’Europa, le Nazioni Unite operino attivamente per favorire il negoziato e avviino un percorso per una conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro.
Bisogna fermare l’escalation militare. Le armi non portano la pace, ma solo nuove sofferenze per la popolazione. Non c’è nessuna guerra da vincere: noi invece vogliamo vincere la pace, facendo tacere le armi e portando al tavolo del negoziato i rappresentanti del governo ucraino, di quello russo, delle istituzioni internazionali.
La popolazione italiana, nonostante sia sottoposta a una massiccia propaganda, continua ad essere contraria al coinvolgimento italiano nella guerra e a chiedere che si facciano passi concreti da parte del nostro governo e dell’Unione Europea perché sia ripresa con urgenza la strada dei negoziati.
Questo sentimento maggioritario nel paese è offuscato dai media mainstream ed è non rappresentato nel Parlamento. Occorre dargli voce perché possa aiutare il Governo a cambiare politica ed imboccare una strada diversa da quella attuale.

Al termine della mattinata Monti ha commentato: «Oggi a Ivrea abbiamo manifestato con bella varietà ed efficacia le nostre idee di pace. Abbiamo realizzato i tre momenti della nostra manifestazione in forma straordinaria, grazie alla collaborazione di molte nostre associazioni, che non si sono limitate a dare l’adesione e hanno portato materiale da esporre. Credo che la nostra manifestazione a Ivrea sia stata tra le più riuscite ed elaborate in Italia. Per la nostra città è stato un messaggio chiaro e forte, che spero venga riportato dai media
Infine Monti ha ricordato l’appuntamento, ininterrotto dal 24 febbraio, ogni sabato alle 11 in piazza Balla per arrivare con una camminata al presidio in piazza Ferruccio Nazionale, davanti al municipio, poiché la guerra purtroppo continua.

Il manifesto pacifista di Milena Bertone (scenografa, in arte Myline) con uno dei simboli della città, la macchina per scrivere, dalla quale escono i colori della pace e l’esortazione #STOPWARNOW! ha arricchito il Presidio per la Pace di Ivrea.

«L’opera è nata dalla necessità di far sentire Ivrea vicina al tema della pace – ha spiegato Myline – La macchina per scrivere richiama all’identità della comunità eporediese e la bandiera è l’affermazione della volontà di scrivere tutti insieme la pace».
Il responsabile territoriale della Cgil Ivrea, Gianni Ambrosio, alla visione del dipinto ha subito deciso che quell’opera sarebbe stato bene sulla “casa dei lavoratori e delle lavoratrici”, così dal lunedì successivo alla manifestazione è esposta sul balconl della Cgil di Ivrea in piazza Perrone perché sia patrimonio di tutte e tutti.

Lidia Menapace con noi

Il pittore Luca Oliveri ha portato alla manifestazione il suo ritratto di Lidia Menapace, partigiana, femminista e profondamente pacifista. Cadigia Perini, segretaria del Circolo di Ivrea di Rifondazione Comunista, partito al quale apparteneva Menapace, ha letto uno stralcio di una intervista alla Lidia Menapace pacifista.

Lidia Menapace, la partigiana che voleva «la guerra fuori dalla storia»
Non so nemmeno più quando incominciai ad essere interessata al tema della pace ma certo presto, perché nelle discussioni e nei convegni, negli incontri e nei dibattiti intorno al ’50 e poi via via in ogni occasione nei decenni successivi sempre illustravo come massimamente innovativo l’art. 11 della Costituzione, che appunto ripudia la guerra. Costruire la pace in ogni modo è la maniera migliore di “ripudiare” (un verbo molto forte) la guerra. Sono sempre dell’opinione che ripudiare la guerra e quindi avere una politica estera favorevole alla trattativa e ridurre le spese per gli armamenti siano le migliori prevenzioni della catastrofe bellica, opinione che la diffusione delle armi di distruzione di massa non fa che confermare. Di ciò ero convinta da subito, già da quegli anni immediatamente postbellici, e infatti scrissi un articolo subito dopo il lancio della prima atomica sul Giappone, che presentai all’ufficio della censura americana a Novara (allora, come tutto il Paese, sotto l’occupazione dei vincitori della guerra). Scrivevo che l’atomica buttata sui civili di un Paese vinto e che stava trattando la resa e la pace “ci mette alla pari coi nazisti”. Fu rifiutato perché “non c’era spazio” e alla mia proposta di passarlo l’indomani dissero: “Domani ci saranno altre notizie”. Imparai che cosa è la “censura democratica”. Oggi si dice (e non è una battuta di umorismo nero) che gli arsenali atomici contengono armi tante da poter distruggere undici volte il pianeta, che è la definizione stessa di follia, quella che nel sonno della ragione genera mostri. Negli anni a cavallo dell’80 esplose il pacifismo, e io ero sempre presente. Stavo nell’organizzazione e nella promozione di tutte le marce per la pace, le manifestazioni, gli eventi: è mio il motto “Fuori la guerra dalla storia”, lo slogan più presente in quegli anni. Volevo che la guerra non fosse una continuazione della politica con altri mezzi. Per questo cercai di liberare il linguaggio politico dal linguaggio di guerra: da “militanza” a “impegno” e da “non violenza” ad “azione non violenta”.
Mi sembra di poter rivolgere agli uomini un caldo appello perché finalmente vadano oltre il loro triste, monotono, insopportabile simbolico di guerra, che trasforma tutto in militare: l’amore diventa conquista, la scuola caserma, l’ospedale guardia e reparti, la politica tattica, strategia e schieramento. In questo modo non si va oltre lo scontro fisico in uniforme ed è chiaro che la parte non bellicosa della popolazione non partecipa, il movimento diventa sempre più militarizzato, e si va incontro a un sicuro insuccesso: i poteri forti si rafforzano sulla nostra stupidità. Nella storia dei movimenti di lotta vi sono altre forme: il movimento sindacale e operaio elaborò, ed usa, nella sua lunga vicenda, tutte le forme dell’azione nonviolenta come assemblee, petizioni, scioperi, manifestazioni pacifiche, picchetti e infine sabotaggi. Il movimento femminista, fin dai tempi delle suffragiste, ha trovato altri strumenti ancora per mostrare dissenso, contrasto e agire il conflitto: manifestazioni, grafica, sit-in, musica, resistenza passiva, training autogeno, danza, sarcasmo, canti, visibilità dei corpi nella loro varietà inerme, tutto il molteplice possibile, niente di uniforme o in uniforme. Continuo ancora oggi a essere affascinata dall’idea che la storia umana può continuare senza guerra.

A fine manifestazione Cadigia Perini ha espresso questa riflessione: «Eravamo tanti, almeno il doppio di quanti siamo al nostro presidio del sabato, ma certo c’è ancora molto da fare perché entri nel senso comune che la Pace non è solo umanamente da ricercare, ma è anche molto “conveniente” in particolare per le classi più disagiate. Disinvestire dal settore militare (e non viceversa come ha scelto di fare governo e parlamento del nostro paese) a favore dei servizi pubblici, come sanità, scuola, trasporto, porterebbe grandi vantaggi sia agli utenti dei servizi sia alle lavoratrici e ai lavoratori del settore pubblico. E le fabbriche di armi possono essere riconvertite per conservare l’occupazione. Le guerre poi, accanto all’altissimo prezzo di vite spezzate, portano – anche in maniera speculativa – ad un aumento del costo della vita. Ed in ultimo ma non meno importante, le guerre aggiungono rovina al nostro Pianeta, al clima, all’ambiente. Quindi la Pace conviene!  Per questo il movimento pacifista, che deve essere europeo, è al tempo stesso sociale ed ecologista.  E può essere il veicolo per un cambiamento di sistema quanto mai necessario e urgente.»

Le immagini video e fotografiche della manifestazione

Il corteo da piazza Ottinetti a piazza Ferruccio Nazionale
Blowin in the wind

Image con Federico Giovannini, in arte Sisifo
Alzabandiera della Pace sul Municipio di Ivrea
Galleria immagini (clicca sulla foto per ingrandirla)

 

a cura di cp

Organizzazioni promotrici: Albero della speranza, ANPI di Ivrea, Associazione Rosse Torri, Azione Cattolica della Diocesi di Ivrea, Centro Aiuto alla Vita-MPV Ivrea, Centro Documentazione Pace, Centro Gandhi, CGIL Ivrea, Chiesa Evangelica Valdese di Ivrea, Circolo PRC-SE di Ivrea, Economia Disarmata del Movimento dei Focolari, Emergency, Fraternità CISV Albiano, Fraternità di Lessolo, Good Samaritan, Legambiente Dora Baltea, Libera di Ivrea, LucyAssociazione, Mir Ivrea, Movimento 5 Stelle Ivrea, Osservatorio migranti, Pax Christi Ivrea, Viviamo Ivrea, ZAC!