La Casa delle Donne di Ivrea aderisce al progetto Cipì con lo sportello S.O.S. Famiglie

Un’opportunità per i bambini e le loro famiglie. Lo sportello è aperto il primo martedì del mese dalle 10.30 alle 12.00 ed è affidato all’educatrice esperta in mediazione familiare Sara Giorio

Dallo scorso 29 gennaio, con cadenza mensile, è aperto lo sportello S.O.S. Famiglie dedicato alle famiglie per cercare di risolvere o sanare conflitti aperti o latenti. Lo sportello è stato inaugurato e opera presso la Casa delle Donne d’Ivrea e si inserisce all’interno del progetto Cipì.
Quello di Cipì (Canavese Insieme Per l’Infanzia) è un progetto che mira a trasformare il Canavese in un luogo attento ai bisogni dei bambini da zero a sei anni e delle loro famiglie, in grado di prevenire o identificare precocemente forme di disagio familiare e offrire una presa in carico globale e multiprofessionale. Cipì ha lo scopo di contrastare Ia povertà educativa dell’infanzia attraverso il coinvolgimento di una ampia platea di istituzioni, agenzie educative e associazioni, ciascuna per il proprio ambito di azione. La famiglia è una rete di relazioni che può strapparsi. S.O.S. Famiglie è uno sportello a cui ci si può riferire per tentare di ricucire le relazioni sfilacciate, risolvere i conflitti aperti o latenti , far emergere le risorse interne della famiglie nel reciproco interesse di tutti i componenti. L’approccio è basato sulla necessità del dialogo per comprendere che anche l’avversario può avere ragione. Un servizio strettamente confidenziale dove esprimere i propri sentimenti, verbalizzare, condividere le proprie paure, e dove i soggetti coinvolti sono i soli protagonisti delle decisioni con il potere di sperimentare e controllare i risultati ottenuti. Uno spazio dove imparare che la soluzione dei problemi restituisce sicurezza e fiducia e che, a maggiore fiducia corrisponde maggiore comprensione. Si inizia con il primo colloquio con un esperto per individuare il problema che ha condotto alla rottura degli equilibri. Seguono i successivi colloqui con i soggetti interessati, singolarmente o insieme, per analizzare punti di vista, relazioni e reazioni interpersonali, esplorare i terreni di confronto e per formulare insieme le proposte per raggiungere soluzioni.

Lo sportello all’interno della Casa delle Donne d’Ivrea e si avvale della presenza e del lavoro dell’educatrice Sara Giorio. Lo spirito di questa collaborazione ce lo ha spiegato Ottavia Mermoz, da anni attiva alla “Casa”.
Da anni attraverso lo sportello Alzati Eva ci siamo rese conto che all’interno del fenomeno violenza domestica esistevano delle differenze che non potevano essere trascurate. A prescindere dei casi di estrema violenza fisica che hanno come approdo il Pronto soccorso, la denuncia e l’allontanamento, esistono situazioni che dipendono sia dall’età della donne che dagli anni di convivenza e sono le situazioni di violenza psicologica, di conflittualità aspra e incontrollabile. Condizioni cui le donne meno giovani sembrano essersi assoggettate e che arrivano alla Casa nei momenti di esasperazione, per uno sfogo e un ascolto empatico o, a volte, con la richiesta di una consulenza giuridica su una possibile separazione legale o consensuale, soprattutto se ci sono figli ancora adolescenti, che studiano o economicamente dipendenti.
La risposta è certamente la consulenza legale e, nelle situazioni in cui la sottomissione e soggezione hanno un che di fatalistico ed inevitabile, anche il sostegno e l’accompagnamento di un counseling individuale o di gruppo.
Nelle situazioni invece di coppie giovani con figli piccoli che la conflittualità la subiscono senza la possibilità di capirne le cause e senza gli strumenti per difendersi, dove si “assiste” alla violenza perché in genere questa si manifesta a tavola, con la famiglia riunita durante il pasto serale, quando gli animi sono più esacerbati anche per vicende esterne, la risposta è, e può essere, la mediazione familiare.
E, nell’interesse del minore disarmato e ferito, una forma di prevenzione.
L’obiettivo è tentare di individuare il problema o i problemi che hanno prodotto la rottura dell’equilibrio familiare, soprattutto quando ci sono casi di triangolazioni intergenerazionali. Ovvero quando intervengono i genitori della coppia, la cui presenza a volte è necessaria perché svolgono un ruolo di baby sitter, se non di sostegno economico. Oppure perché uno dei componenti della coppia è ancora figlio, con conseguente incapacità ad essere genitore”.

È importante aggiungere che la posizione della Casa, e la conseguente adesione al progetto Cipì, non deriva da una visione familistica del nucleo genitori/figli, ma da un modello dove i legami familiari non siano dominanti e indiscussi e dove il recupero dell’equilibrio dei singoli si riverberi positivamente sui minori in quanto non esseri subordinati, ma persone. E dove l’armonia del singolo si riflette sul gruppo familiare e i comportamenti non sono dominati dalla casualità al capriccio, ma da regole di reciproco adattamento che andranno a formare nei minori quello scheletro su cui costruire un futuro di adultità serena.

In quali orari è accessibile lo sportello?

Lo sportello di mediazione familiare S.O.S. Famiglie è aperto, nella fase di avviamento, il primo martedì del mese dalle 10.30 alle 12.00 e, come già ricordato, è affidato all’educatrice esperta in mediazione familiare Sara Giorio.

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