La cittadinanza eporediese “grande assente” del processo Olivetti

Depositata la perizia che conferma la certezza delle diagnosi per dieci delle 14 vittime, lunedì 13 giugno inizia la fase conclusiva del processo: un’occasione per la cittadinanza attiva eporediese di far sentire la vicinanza alle vittime e ai loro familiari

 

La perizia, disposta dalla giudice Elena Stoppini dopo una serie di interventi di consulenti che avevano messo in dubbio la certezza delle diagnosi delle 14 vittime oggetto di questo primo processo sull’amianto in Olivetti, è stata depositata. Effettuata da Donata Bellis (consulente della Procura) e da Massimo Roncalli (consulente del responsabile civile Telecom) presso la struttura di anatomia patologica dell’Humanitas di Rozzano diretta da Roncalli, la perizia su reperti biologici, vetrini, diagnosi, lastre e cartelle cliniche dei vari ospedali ha confermato la certezza della diagnosi di mesotelioma pleurico per dieci vittime, indicando per le altre quattro un altro tipo di tumore.processo_olivetti
Concluse le udienze riservate ai vari consulenti delle difese su organigrammi, deleghe e responsabilità giuridiche, il processo si avvia verso la fase conclusiva con la requisitoria delle PM lunedì 13 giugno e l’inizio degli interventi delle parti civili, che continueranno nell’udienza del lunedì successivo, 20 giugno. Poi, dal 22 giugno le udienze saranno dedicate alle arringhe dei difensori e l’11 luglio ad eventuali repliche.
La “grande assente” di questo processo, la cittadinanza eporediese, potrebbe in questa fase “riassuntiva”, mostrare un po’ di attenzione a un processo che riguarda anche la storia della città e offrire un segnale di vicinanza alle vittime del lavoro. Anche perché il processo in corso riguarda 14 vittime, ma l’indagine dello Spresal (il servizio dell’ASL che monitora la salute sui luoghi di lavoro) parla di 85 vittime, tra lavoratori deceduti o ammalati, negli anni tra il 2000 e il 2015, mentre, per la particolare lunga latenza della malattia, il picco è previsto tra il 2017 e il 2020.
Proprio per sensibilizzare maggiormente i cittadini e per un più efficace coordinamento tra i diversi enti preposti alla salute, Cgil, Fiom-Cgil, Spi-Cgil e Patronato Inca di Ivrea organizzano un incontro pubblico, mercoledì 8 giugno in sala Santa Marta a Ivrea. Un’occasione di confronto, di valutazione di proposte concrete emerse dall’esperienza realizzata con lo “sportello amianto” di Ivrea e di valorizzazione dei rapporti attivati con istituzioni e autorità sanitarie.
Perché di lavoro ci si ammala e si muore ancora troppo.

FZ | 08/06/2016