La nostra “terra di mezzo”: l’AMI e la Valchiusella

Qualche numero in più da sapere sulla situazione del nostro territorio

La recente pubblicazione del Piano Strategico Eporediese sul sito del comune d’Ivrea ci permette di comprendere meglio come si sta evolvendo il territorio canavesano, ma adattando i confini geografici dell’indagine su una fetta di territorio un po’ diversa: la futura zona omogenea eporediese.

ami_e_valchiusellaChe cos’è la Zona Omogenea Eporediese?
Il 1° gennaio 2015 è stata istituita la Città Metropolitana di Torino, ente sostitutivo dell’ormai cessata Provincia. Il completamento di questa riforma territoriale amministrativa prevede l’istituzione di 11 aree piemontesi denominate Zone Omogenee. La Zona Omogenea Eporediese (Z.O.E.) sarà una di queste aree: avrà Ivrea come città capofila e comprenderà l’attuale Anfiteatro Morenico d’Ivrea e la Valchiusella, per un totale di 58 comuni e una popolazione complessiva superiore alle 90.000 unità.

Come sono messi i suoi abitanti?
Dal 2001 al 2011 la Z.O.E. ha visto crescere i suoi abitanti da 89.355 a 90.651 (+1,4%), nonostante questa crescita sia stata assai contenuta se paragonata all’aumento degli abitanti della Provincia di Torino (+3,8%). L’età media è relativamente elevata: la fascia di anziani over 64 raggiunge quota 25% dell’intera popolazione contro il 23,1% della ex-Provincia di Torino e il 23,5% della Regione. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è più marcato nella parte montana, più ridotto nelle aree pianeggianti e urbane.

«Nella Z.O.E. è predominante il settore del commercio (2.300 unità e 5.783 impiegati);
segue il settore delle costruzioni (1.515 unità e 3.053 addetti), ricerca e sviluppo e manifattura.»

Qual è il benessere economico?
Nella Z.O.E. i redditi medi Irpef si collocano al di sotto della media italiana: nel 2013 ammontavano a 23.923 euro, un valore simile a quello dell’intero Canavese, ma inferiore ai 25.176 euro dell’ex-Provincia di Torino, ai 24.215 del Piemonte e ai 24.126 della media italiana. Il documento specifica, inoltre, come nel periodo 2008-2013 i redditi medi Irpef della Zona sono cresciuti del 3,3%, contro i 5,4% dell’ex-Provincia, il 5,9% del Piemonte e il 5,5% dell’Italia.

Com’è distribuito il lavoro?
Qui il dato si fa interessante. Il Sistema Locale del Lavoro di Ivrea contava, nel 2012, circa 9.700 unità locali, tra manifattura e servizi vari, per un totale di quasi 36.800 addetti. Di questo numero il primo posto è occupato dal settore del commercio, con 2.300 unità e 5.783 addetti impiegati; segue il settore delle costruzioni con 1.515 unità e 3.053 addetti, le attività professionali, ricerca e sviluppo (1.244 unità e 2.204 addetti) e la manifattura (899 e 7.031 addetti). C’è quindi da sottolineare come nonostante siano molto più numerose le attività commerciali, la maggior parte degli impiegati sono occupati nel settore dei servizi alle imprese. Rappresentano, infatti, il 19,7% del totale degli addetti, contro il 19,1% della manifattura, il 15,7% del settore dei commercianti e il 9,2% del settore ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione).

Com’è cambiato il settore produttivo?
Le informazioni, in questo caso, sono, a nostro giudizio, sommarie e confuse, poco chiare. Il documento rileva che dal 2001 al 2011 il numero delle imprese è cresciuto del 4,7% e che gli aumenti hanno riguardato soprattutto i comparti costruzioni e commercio, nonostante si faccia presente che il numero degli addetti, invece, si sia ridotto di circa un terzo. Più attività aperte (non si specifica se in maniera duratura) e meno persone impiegate nel lavoro. Il tasso di disoccupazione, infatti, è cresciuto dal 4,1% del 2007, al 7,1% nel 2011 sfiorando quasi il 10% nel 2013.
Infine c’è da rilevare come si sistema economico eporediese sia caratterizzato da unità locali estremamente piccole: ben il 96,4% delle unità locali contano meno di 10 addetti, il 3,1% è costituito da 10 a 49 addetti e solo lo 0,5% supera le 50 unità impiegate.

«Dal 2001 al 2011 si registra un +4,7% di imprese, ma la disoccupazione è
passata dal 4,1% del 2007 a quasi 10% nel 2013.
Più imprese e meno lavoro.
»

Il lavoro è messo “così così”. Forse possiamo puntare sul turismo?
Mica tanto. Nel 2013 il territorio contava un indice di turisticità (rapporto presenze e abitanti) pari a 620. Basti pensare che la media piemontese si assesta, invece, ad un valore di 2.944! Inoltre abbiamo poca capacità d’accoglienza: 5,5 posti letto per kmq contro i 7,6 del Piemonte.
Invecchiamo, lavoriamo di meno e nessuno ci viene a trovare. Qualcuno potrebbe vedere il bicchiere solo mezzo vuoto, ma non vogliamo sbilanciarci troppo su un giudizio.
Non possiamo far altro che limitarci a dire (per il momento): a sarà düra!

Andrea Bertolino