L’assessora di Ivrea Povolo, le “zecche” e gli “zingari di merda”

Il “social” attivismo della salviniana mette in luce connotati dell’amministrazione eporediese.

Mentre la foto su Instagram con la quale Elisa Isoardi comunica la fine della sua relazione con Matteo Salvini occupa cronache televisive e pagine di giornali, localmente il neonato “Giornale di Ivrea” informa di una serie di post su Facebook di Giorgia Povolo, una giovane leghista che, nel linguaggio feroce e rabbioso largamente abusato sui social si scatena contro gli “zingari di merda” augurando loro di peggio e di più (vedi il post qui riprodotto) e conclude, in perfetto stile legaiolo, con un’allusione sessista pecoreccia rivolta contro Laura Boldrini.
Da brava salviniana, Povolo non perde occasione per postare su facebook altri insulti contro gli zingari o veicolare bufale come i “naufragi di migranti organizzati per incolpare Salvini” (vedi i post riprodotti in questa pagina). Tanto salviniana da meritarsi (forse proprio per questo suo “social” attivismo?) di essere chiamata dal Sindaco Sertoli a far parte dell’amministrazione del Comune di Ivrea quale “assessora alle pari opportunità, politiche sociali, giovanili e sistemi educativi”.
Come dire? La persona giusta al posto giusto: l’allusione sessista contro Laura Boldrini è indicativa di cosa intenda Povolo per “pari opportunità”, la ferocia nei confronti degli “zingari di merda” spiega bene verso quali politiche “sociali” sia portata, il linguaggio e la superficialità nel diffondere informazioni fasulle la dicono lunga su come possa occuparsi di “politiche giovanili e sistemi educativi”.

 

Al Giornale di Ivrea” Povolo risponde che trattasi solo di linguaggio colorito, che definire “zecche” un gruppo etnico è “slang giovanile” (a questo proposito l’intervento di Gabriella Colosso, consigliera comunale PD,  quello del Circolo PRC di Ivrea, l’interpellanza del gruppo consiliare PD e quella di Viviamo Ivrea). Poi, avvertita o resasi conto che quei post potevano essere imbarazzanti per l’amministrazione comunale di cui fa parte, li ha rimossi dal suo profilo facebook e, come è peraltro di moda tra gli attuali governanti italiani, se l’è presa con i giornali che, ovviamente, la dipingerebbero erroneamente perché “finalizzati magari alla vendita di qualche copia in più”. Così l’assessora commenta la lettera (pubblicata su facebook) che Franco Giorgio scrive al Sindaco Sertoli, nella quale, a proposito della vicenda, osserva la “mancanza di maturità ed inadeguatezza a svolgere un ruolo di governo della Città” e chiede “di prendere le giuste precauzioni in quanto è inaccettabile che la nostra Città possa essere governata e rappresentata da tali persone”..
All’assessora Povolo non deve essere passata neppure per la mente l’ipotesi di chiedere scusa e fare pubblica ammenda. Eppure forse avrebbe fatto una figura migliore, perché inevitabilmente ora la sua credibilità nel ruolo che ricopre risulta certamente diminuita e forse definitivamente compromessa. E poco importa se, come appare scontato, non sarà rimossa dal Sindaco (quanto meno per il peso determinante dei consiglieri della Lega nella maggioranza).
Emergono così, lentamente ma inesorabilmente, alcuni caratteri, l’humus, i “riferimenti culturali” che connotano (e connoteranno sempre più) l’attuale amministrazione comunale. Humus e riferimenti distanti anni luce dalla storia di Ivrea. Distanza che risultava abbagliante ascoltando riflessioni, confronti, spettacolo e ragionamenti nella due giorni (il 9 e 10 novembre) organizzata anche quest’anno da “Il Quinto Ampliamentonell’Officina H. Distanza che appare evidente nelle pratiche sociali e culturali che connotano tuttora il tessuto civile eporediese.
Distanza tale da non poter essere nascosta a lungo con la “buona volontà” e il “buon senso”.
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