Legge 194: da difendere ogni giorno da chi vuole cancellarla

Non ero presente purtroppo all’incontro con Monsignor Bettazzi ma, dopo aver letto le riflessioni di Cristina [Bona, ndr] con cui ho condiviso le battaglie per ottenere la possibilità della tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, mi è subito tornato in mente:

ABORTO LIBERO, GRATUITO e ASSISTITO!

LIBERO perché ogni donna deve poter disporre del proprio corpo, della propria mente e della propria VITA.

GRATUITO perché ricordiamo bene che succedeva quando ancora non esisteva la legge 194. Chi poteva permetterselo, con non poche lire, accedeva a qualche clinica privata in Italia o all’estero che praticava l’intervento senza opporre resistenza, era sufficiente pagare. Chi non si poteva permettere la clinica privata chiedeva aiuto a qualche mammana che, praticando con metodo più economico, cioè con un ferro da calza e qualche “beverone” di erbe, metteva a repentaglio la vita della donna o ragazza.

ASSISTITO perché ogni donna è una persona con diritto di essere curata e seguita, in ogni atto medico sul suo corpo, da personale esperto e competente del Servizio Sanitario Nazionale e non rischiare di morire perché altri vogliono decidere per lei.
E’ bene anche ricordare che molti degli stessi medici che “inaugurarono” la 194 con l’obiezione di coscienza erano gli stessi che precedentemente praticavano gli aborti clandestini nelle cliniche private o nei loro stessi ambulatori.

Tutto questo dovrebbe ricordare chi ora si impegna per farci tornare indietro, di più di 44 anni, giocando soprattutto sulla pelle delle donne più fragili e dei nuclei familiari più svantaggiati.


ABORTO LIBERO, GRATUITO e ASSISTITO l’abbiamo fatto risuonare, noi ex ragazze e donne eporediesi, per le strade di Ivrea, di Torino, di Milano e Roma insieme alle ragazze e donne di tutta Italia.

Ne abbiamo ottenuto una legge molto sofferta e sempre in discussione negli anni trascorsi, nonostante il suo nucleo principale sia costituito non dall’aborto ma dalla prevenzione.

Sicuramente non vorremmo rivedere le nostre figlie e nipoti in piazza a rivendicare l’esistenza della legge e neppure la sua applicazione, come già sta succedendo.

 

A titolo di conoscenza ricordiamo anche solo il primo articolo a chi vorrebbe vedere annullata la L.194

Legge del 22 maggio 1978, n. 194

Art. 1 – Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

Silvana Faccio

Leggi anche gli interventi di: Cristina Bona, “Non mi sento sbagliata” e di Antonella Picco, A proposito di eresie