L’Inps non è pronta a internalizzare e annuncia il rinnovo con Comdata, ma …

A meno di tre mesi dalla scadenza dell’appalto dei servizi di contact center dell’Inps gestiti da Comdata e Network Contacts, il presidente dell’Inps Tridico annuncia una proroga dell’appalto perché l’Istituto non è ancora pronto per l’internalizzazione.

Era il settembre 2019 quando il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, durante un incontro alla Fiera del Levante di Bari annunciava ad un’ampia platea, forse per la prima volta, il progetto di internalizzazione del servizio di Contact Center Multicanale (CCM) dell’Istituto.  Lo sanciva il decreto legge 101 del 3 settembre 2019 (poi convertito in legge 128/19) assegnando le attività di CCM alla società partecipata al 100% dall’Inps “Italia Previdenza” nello stesso decreto rinominata “INPS Servizi”.

Iniziò così il complesso percorso di internalizzazione di un servizio chiave per l’Istituto di previdenza sociale nazionale: il supporto telefonico per le migliaia di utenti dell’Inps. Sono infatti ben 22 milioni i contatti telefonici in un anno e 5 milioni quelli con risposta automatica.

L’Inps in Comdata

Nel 2019 Comdata, in Rti con Network Contacts, vince il bando relativo ai servizi telefonici dell’Inps, precedentemente gestiti da Transcom. Per effetto della clausola sociale le due aziende vincitrici della gara assorbono il personale Transcom impiegato fino ad allora sulla commessa Inps. Il contratto in essere scadrà il 30 novembre 2021 e dal gennaio 2022 il servizio avrebbe dovuto essere interamente in Inps. Il condizionale è dovuto all’annuncio fatto dal presidente Tridico nell’audizione in Commissione Lavoro della Camera del 7 settembre: Inps rinnoverà di 12 mesi l’appalto a causa dei tempi e delle difficoltà nel definire le regole per le assunzioni in Inps Servizi.

Clausola sociale o selezione pubblica?

L’internalizzazione potrebbe essere considerata al pari di un “cambio di appalto”, l’applicazione della clausola sociale per salvaguardare i posti di lavoro viene data quindi per scontata, almeno dai lavoratori e dai sindacati. Di diverso avviso è però l’Inps che, dopo consultazioni governative, decide invece di procedere con una “selezione pubblica”. Una formula più semplice rispetto al concorso pubblico, ma che permette ugualmente la libera selezione del personale.

A fronte delle critiche e delle pressanti richieste sindacali sulla clausola sociale (è convocato uno sciopero nazionale il 14 settembre), Tridico giustifica la decisione dell’Istituto come risultato dei pareri richiesti ai ministeri interessati, del Lavoro e della Funzione Pubblica, oltre che a organismi di controllo statali, che gli hanno presentato la “inammissibilità di forme di riassorbimento automatico del personale”.
Sembra invece che in realtà il ministero del lavoro fosse per l’assunzione prioritaria degli attuali operatori del CCM, quindi pare sia stato solo il ministero della funzione pubblica ha dare parere negativo sull’automatismo. Ad ogni modo evidentemente il Ministero del Lavoro non ha ritenuto di dover insistere su questo punto, viste le dichiarazioni di Tridico.

Se si guarda il codice appalti, troviamo una norma specifica per il cambio gestione dei call center che inserisce appunto la clausola sociale. Così è successo con il passaggio da Transcom a Comdata-Network Contacts. La stessa norma non la si ritiene invece applicabile nel passaggio del servizio da un’azienda privata a una pubblica. Per paradosso, il pubblico chiede al privato di salvaguardare l’occupazione esistente, mentre si dà mano libera quando subentra nei cambi di gestione.
Certo c’è la questione che l’assunzione in un ente pubblico richiede una selezione pubblica, trasparente e aperta a tutte e tutti, ma nell’altro piatto della bilancia c’è il diritto dei lavoratori di veder salvaguardato il posto nel cambio di titolarità. Siamo di fronte ad uno dei tanti casi dove l’applicazione di una norma, può configgere con un’altra e quindi la decisione diventa frutto di interpretazione e, non ultimo, legata ai rapporti di forza.

I numeri*

Saranno circa 3000 le persone che verranno assunte in Inps Servizi attraverso una selezione pubblica (stando all’attuale posizione dell’Inps). I contratti saranno per lo più part time.
L’attuale distribuzione territoriale vede 11 siti in uso agli attuali fornitori dislocati soprattutto in centro e sud d’Italia. Inps valuterà se utilizzare propri immobili (alla domanda “dove?” non vi è stata risposta) oppure subentrando nei contratti di locazione dei fornitori.
Il numero attuale di operatori è di 3.140 (di cui 200 impiegati per l’Agenzia delle Entrate), nel 2020 erano 3.300 a causa dell’incremento di richieste online dovute alla pandemia, nel 2019 all’attivazione del contratto erano 2.344.  Ad Ivrea sono impiegati in Comdata sulla commessa Inps 175 operatori.

A che punto siamo?

Il bando per la selezione pubblica non è ancora pronto (da qui la proroga del contratto per 12 mesi con per la possibilità di recessione con preavviso di tre mesi dopo i primi sei), né Tridico in audizione ha anticipato i dettagli, si è limitato a elencare alcuni principi:

  • valorizzazione di precedenti esperienze professionali analoghe svolte dai candidati (quindi non necessariamente aver lavorato per il CCM Inps, ma anche per servizi di analoga complessità)
  • mantenimento dei livelli occupazionali (che vuol dire numero totale simile, non necessariamente le stesse persone) tenendo conto della competenza acquisita e del servizio svolto nel CCM Inps.

Poiché nei concorsi pubblici per assunzioni di questo livello è richiesto almeno il diploma di scuola superiore, è scattato nelle scorse settimane l’allarme dei sindacati per i circa attuali 600 operatori senza diploma che lavorano da anni per Inps.  Il presidente ha informato che, sentita la Funzione Pubblica, non verrà posto come requisito vincolante il diploma, la cui mancanza potrà essere sopperita da “un certo numero” anni di esperienza.
Tridico ha anche affermato che l’istituto non si sente in obbligo di assunzione verso quegli operatori spostati sulla commessa Inps negli ultimi mesi, ma che verrà fissato un tempo minimo di permanenza sul servizio (molto probabilmente 6 mesi come nelle clausole sociali) perché questa si possa considerare titolo preferenziale.

Il presidente dell’Inps ha chiuso il suo intervento in commissione lavoro informando che avrebbe convocato i sindacati per presentare loro gli stessi dati e contenuti esposti nell’audizione.

Si apre quindi una nuova fase della vertenza sindacale, occorrerà attendere l’esito dell’incontro che dovrà essere convocato a breve. Vedremo anche se le segreterie nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom confermeranno la giornata di sciopero proclamata il 14 settembre 2021, con presidio in Piazza Montecitorio a Roma per sollecitare risposte dall’Inps a meno di tre mesi dalla scadenza del contratto.

Intanto a Ivrea …

Martedì 7 settembre si sono tenute le assemblee dei lavoratori della sede Comdata di Ivrea, con all’ordine del giorno la situazione delle commesse presenti nella sede eporediese. Oltre agli operatori impiegati per Inps, anche una quindicina sulla commessa ENI, che doveva il punto di forza per Ivrea, sono in situazione precaria.
E rimanendo sulla precarietà, Comdata quasi ha annunciato la proroga di un ulteriore mese della cassa integrazione (FIS), fino al 3 ottobre. I lavoratori vengono colpiti in percentuale diverse a seconda della commessa sulla quale sono impegnati, la riduzione di orario varia dal 20-25%
Si tratta di FIS Covid, la sensazione è lo si voglia utilizzare sino in fondo a prescindere, per scaricare costi, piuttosto che per effettivo crollo dei volumi.

Cadigia Perini

AGGIORNAMENTO del 10 settembre: le Segreterie Nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, a fronte della convocazione pervenuta da parte dell’INPS, stabiliscono il congelamento dello sciopero indetto per il prossimo 14 settembre e di riprogrammarlo dopo l’incontro del 21 settembre prossimo con il Presidente Tridico.

 

* Dati Inps (7/9/2021)