L’Ivrea che resiste sabato 2 febbraio in piazza

Anche Ivrea aderisce all’appello “L’Italia che resiste” per contrastare le politiche di respingimento del governo. L’appuntamento a Ivrea e in tutta Italia è alle 14 davanti ai Municipi per formare poi una catena umana attorno all’edificio comunale.

L’Osservatorio Migranti e la rete eporediese Non in mio nome hanno accolto l’appello di “L’Italia che resiste” per una manifestazione nazionale in tutti i comuni d’Italia come reazione spontanea davanti al quotidiano sfoggio di barbarie e crudeltà e per sostenere l’illegittimità umana e morale dei provvedimenti in materia di sicurezza.”La nostra aspirazione è quella di far sapere che siamo dei normali cittadini intenzionati a contrastare politiche di governo che vanno, in modo antistorico, e riportano nel nostro paese razzismo e xenofobia. Perché il 2 febbraio? Perché pochi giorni dopo il giorno della memoria, perché non vogliamo essere come quelli che in tempo di guerra hanno fatto finta di non vedere quello che stava accadendo”.

L’appello è stato accolto in queste ore da centinaia di comuni! L’invito è a riunirsi sabato 2 febbraio alle ore 14,00 davanti ai municipi dei Comuni. Il Comune viene individuato come centro della comunità locale che vuole accogliere e includere le persone che, senza distinzione di nazionalità, chiedono aiuto. I Comuni italiani sono stati protagonisti, fin dal 1999 dell’accoglienza di persone in fuga da guerra, persecuzione, miseria e mancanza di futuro. La legge 132 disconosce e viola il ruolo delle comunità locali; non a caso sono stati molti i Sindaci a protestare contro le deportazioni e lo sperpero di risorse e distruzione di buone pratiche di inclusione utili anche a comunità locali spesso a rischio di spopolamento e invecchiamento senza equilibrio di giovani.

L’Ivrea che resiste e non si arrende alla disumanità si trova in Piazza Ferruccio Nazionale davanti al Municipio sabato 2 febbraio dalle 14,00 alle 16,00 per resistere e contrastare  …

  • chi vorrebbe lasciare morire in mare e nei deserti coloro che scappano da guerra, fame e povertà
  • chi interrompe i percorsi di assistenza e inclusione
  • chi istiga all’odio e alla xenofobia dimenticando i nostri valori di accoglienza, apertura e convivenza

Indossiamo qualcosa di rosso!

Cosa rappresenta quel colore? Il piccolo Aylan Kurdi, bimbo siriano di tre anni trovato morto nel settembre del 2015 su una spiaggia turca, indossava una maglietta rossa.
Una settimana fa dopo due bambini morti a seguito di un naufragio a Largo della Libia avevano due tutine rosse. Far indossare una maglietta rossa è un tentativo disperato per i genitori che affidano al mare i loro figli di renderli riconoscibili ai soccorritori tra le onde in caso di naufragio. Il Rosso è il colore di chi spera che chi ama si possa salvare. E’ per questo che l’abbiamo scelto come colore per rappresentarci.

Ad Ivrea hanno voluto la manifestazione tante e tanti cittadini e “Osservatorio Migranti” e “Non in mio nome” a cui aderiscono: ACMOS, Associazione donne contro la discriminazione Casa delle Donne, Centro Migranti Diocesi Ivrea, Centro Gandhi, CGIL Ivrea e Canavese, Chiesa Valdese Ivrea, Emergency, Fraternità CISV di Albiano d’Ivrea, Fraternità di Lessolo, Good Samaritan, Legambiente, L’albero della Speranza, Libera Coordinamento Ivrea e Canavese, Centro Documentazione Pace, MIR Ivrea, ZAC cooperativa sociale, Associazione Serra Morena, SPI CGIL del Canavese, FNP CISL del Canavese, ANPI di Ivrea e Basso Canavese, Agathon, Associazione Mastropietro, Associazione Rosse Torri, Circolo PD di Banchette Pavone, Circolo PD di Ivrea e Cascinette, Circolo Rifondazione Comunista Ivrea, Cooperativa Mary Poppins, Ecoredia, Equality APS, Fiom-Cgil Ivrea, Fondazione Benvenuti in Italia, Il sogno di Tsige, Mdp Art. 1 Ivrea, Sinistra Italiana, ViviamoIvrea, MOABI Associazione.

Chi sono gli ideatori nazionali?

Ci presentiamo, siamo quattro persone che fanno parte della cosiddetta “cittadinanza attiva”: siamo umani e vogliamo restarlo contrastando il crescete clima di odio e le violazioni dei più elementari diritti umani

  • Luisa Maria Orsi, laureata in scienze diplomatiche, mediatrice, volontaria di R@inbow for Africa
  • Luisa Mondo, medico, attiva nella Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e volontaria di R@inbow for Africa
  • Giovanni Gariglio, dottore in lettere moderne, ottico, essere umano e volontario di R@inbow for Africa
  • Michele Angheleddu, counsellor, formatore, essere umano e volontario di R@inbow for Africa