L’uso tossico delle foibe e della memoria

Il manifesto della Regione Piemonte per il “giorno del ricordo” 2022 che ricorda la propaganda del regima fascista, ha provocato indignata reazione da parte di tutte le forze democratiche e antifasciste per l’uso politico e distorto della storia.

Il “giorno del ricordo” è stato istituito nel 2004, durante uno dei governi Berlusconi, per il desiderio della destra di creare una sorta di contraltare al 25 aprile, festa della Liberazione dal nazi-fascismo. La prima proposta di legge del 1995 infatti vede le firme di Roberto Menia, Gianfranco Fini, Mirko Tremaglia, Giuseppe Tatarella e Maurizio Gasparri, tutti di Alleanza Nazionale. Ma la legge definitiva, 30 marzo 2004, n. 92, venne approvata un’ampia maggioranza che andava da AN ai DS (votarono contro solo Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani)

L’uso tossico delle foibe e della memoria

Da quando è stata istituita questa ricorrenza, il tema –  certamente drammatico – delle vittime delle foibe, è stato utilizzato in maniera strumentale dalla destra per operare un proprio revisionismo storico sulla Resistenza, per criminalizzare il movimento partigiano yugoslavo e con mistificazioni e falsi storici, “dimenticando” i crimini del regime fascista con l’italianizzazione forzata e la repressione della comunità slovena, crimini contro l’umanità commessi insieme ai nazisti durante la guerra e l’occupazione della Jugoslavia.

In questo quadro ben si inserisce il manifesto della Regione Piemonte per il giorno del ricordo 2022, una grafica presa pari pari da quella dei manifesti della propaganda fascista. Ogni anno questa giornata viene strumentalizzata a favore della propaganda della destra soprattutto in chiave anticomunista, ma quest’anno la giunta Cirio, purtroppo insieme all’associazione culturale Il Circolo dei Lettori di Torino, ha superato il segno e le reazioni non sono mancate.

ANPI: “Vergognoso il manifesto della Regione Piemonte per il Giorno del Ricordo”

La Regione Piemonte ritiri il manifesto. Il manifesto della Regione Piemonte per il Giorno del Ricordo dà la misura di un grottesco abisso di faziosità. Il Giorno del Ricordo deve essere occasione di una riflessione civile, nella memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo, “della più complessa vicenda del confine orientale” – come dice la legge – e delle conseguenti responsabilità, senza nessun giustificazionismo, ma in modo obiettivo, equilibrato e nel pieno rispetto della storia. Ma da troppo tempo esso è falsato e spesso falsificato da una squallida strumentalizzazione di quei drammi e da un’ossessiva e isterica campagna di destra all’insegna del nazionalismo e dell’irredentismo, nel silenzio delle gigantesche colpe del fascismo. Questo manifesto è una vergogna. Altro che pacificazione! [leggi tutto]

Manifesti affissi anche a Ivrea – La reazione dell’Anpi di Ivrea e Basso Canavese

Sapevamo che, dopo essere stati diffusi a Torino, questi vergognosi manifesti sarebbero giunti anche ad Ivrea. Il manifesto pubblicato dalla Regione Piemonte è infatti uno squallido tentativo di speculare sul prossimo Giorno del Ricordo. Ormai da molti anni le destre cercano di strumentalizzare i fatti del confine orientale che, come abbiamo detto più volte, vanno esaminati da varie angolazioni, senza preconcetti, lasciando la parola agli storici. Il manifesto è un “grottesco abisso di faziosità” (come dice l’Anpi nazionale), una vergogna, una caricatura che ricorda quelli della dittatura fascista, peraltro pagato con i soldi di tutti i contribuenti.
Bene fa l’Anpi provinciale a chiederne la rimozione. Noi ci limitiamo ad alzare ancora una volta una voce di saggezza, equilibrio, invitando i Cittadini a non lasciarsi fuorviare da tentativi di riscrivere la storia.
I fatti del confine orientale e degli esuli dalmati si inquadrano in una storia che inizia da lontano, e che ha le sue cause nell’occupazione fascista di quella regione.
Invitiamo chi lo voglia a documentarsi con il fascicolo che metteremo a disposizione nei prossimi giorni tramite e-mail e Facebook. Nessun tentativo, da parte nostra, di negare la Storia, ma essa va conosciuta per intero, senza faziosità. Cosa che non si fa mostrando caricature grottesche come e peggio di quelle del regime fascista. La Regione Piemonte avrebbe tutti i mezzi per avviare una discussione pacata sul Giorno del Ricordo, invece di eccitare gli animi.

Angelo d’Orsi, storico: “Legge sciagurata, sul piano politico, errata sul piano storico, discutibile sul piano morale.”

Sta circolando, ormai da un paio di giorni, ma non posso tacere su questo manifesto, promosso dalla Regione Piemonte (con la complicità del “Circolo dei Lettori”, che è una sua emanazione con parvenza di autonomia), gestita da una giunta di “centrodestra”. Siamo di nuovo nell’imminenza del 10 febbraio, giorno che fu decretato, ormai quasi vent’anni or sono, da uno dei Governi Berlusconi, come dedicato alle vittime dell’Esodo e delle “foibe”, con tanto di legge istitutiva (30 marzo 2004) e voto quasi unanime del Parlamento.
Legge sciagurata, sul piano politico, errata sul piano storico, discutibile sul piano morale. Un favore alla destra, un’offesa alla verità, e non certo un risarcimento per quegli italiani abitanti nelle terre del Confine Orientale, costretti a lasciare, in fretta e furia, drammaticamente, le loro case e i loro beni, alla fine della guerra. La legge, e il suo utilizzo politico-mediafico ha immediatamente lasciato al loro destino quella popolazione finita nel tritacarne della guerra e delle nuove spartizioni geopolitiche del mondo; lasciata cadere insomma, immediatamente, la memoria dell’Esodo, la narrazione pubblica si è concentrata sul tema “foibe”, diventato un possente mezzo di costruzione di senso comune, in una certa direzione: l’anticomunismo, e alle sue spalle l’anti-antifascismo. Le foibe sono diventate il cavallo di battaglia della destra più becera, spesso con la connivenza delle autorità, basata sull’ignoranza dei fatti storici, e un certo lassismo etico-politico [leggi tutto]

La sinistra radicale torinese: ci uniamo alla richiesta dell’ANPI di ritirare immediatamente quel manifesto provocatorio e fuori dal tempo.

Diverse forze della sinistra radicale torinese – Sinistra in Comune (Partito della Rifondazione Comunista, DeMa, Sinistra Anticapitalista, Torino Eco Solidale), Partito Comunista Italiano, Fronte Popolare – si uniscono all’Anpi per richiedere alla Regione Piemonte l’immediato ritiro del manifesto e invitano la popolazione democratica e antifascista ad un presidio davanti a Palazzo Lascaris, sede regionale, mercoledì 9 febbraio alle ore 15.
A partire dal 2004, il 10 febbraio di ogni anno si tiene il “Giorno del Ricordo”, istituito allo scopo di ricordare le vicende che si svolsero in Istria sul finire del secondo conflitto mondiale. In realtà, la data del 10 febbraio 1947 andrebbe ricordata per essere la data della firma del “Trattato di Parigi”, che sancì la sconfitta delle armate fasciste e naziste, che costò 50 milioni di morti fra la popolazione civile, fra cui 6 milioni di ebrei e 30 milioni di cittadini e cittadine dell’URSS. Invece, l’istituzione del “Giorno del Ricordo” volle essere una sorta di controbilanciamento (come se ciò fosse possibile!) delle celebrazioni della Liberazione (25 aprile in primis). [leggi tutto]
Alla protesta torinese, si unisce la dichiarazione del Circolo PRC di Ivrea: “Ci opponiamo al revisionismo storico e alla riabilitazione dei fascisti. Quel manifesto offende la storia, la lotta partigiana, e nasconde i crimini che i fascisti italiani perpetrarono in terra istriana. Ivrea non può sopportare di vedere sui muri della città manifesti di chiara propaganda della peggiore destra. Il sindaco Sertoli prenda una volta per tutti distanza dalle posizioni più fasciste della sua maggioranza e faccia rimuovere quei manifesti. Non si possono presenziare le celebrazioni dell’Anpi in ricordo della Resistenza partigiana e poi accettare lo scempio storico di quei manifesti“.

PD Ivrea e Cascinette: GIORNO DEL RICORDO: MANIFESTO VERGOGNOSO!

Il Giorno del Ricordo delle Vittime delle Folbe, (istituita nel 2004 con la L. 92, ricorre il 10 febbraio) dovrebbe essere una occasione per studiare, conoscere e riflettere su una delle tragedie più terribili del nostro Paese.
Le vicende istriane, avvenute nel contesto di un tragico conflitto mondiale, dovrebbero essere oggetto di un vero approfondimento storico, di una riflessione civile e globale su quanto è successo, senza nessun giustificazionismo, in modo obiettivo e nel pieno rispetto della storia. La violenza esercitata in quei giorni, prima dall’esercito fascista e poi dall’esercito jugoslavo, non hanno giustificazioni e questa complessa vicenda non può essere ricordata, strumentalizzata da un manifesto fazioso e di propaganda.
Il manifesto prodotto dalla Regione Piemonte, e che oggi si vede anche ad Ivrea, è un manifesto violento, che ci riporta indietro di oltre 50 anni, con i buoni da un lato e i cattivi dall’altra, invece di condannare la violenza, da qualunque parte arrivi, come lo richiamerebbe il nostro tempo. Un manifesto che non fa onore né alla Regione Piemonte, né alla Città di Ivrea che è sempre stata attiva in gesta di dialogo e di Pace.
Pertanto richiediamo al Sindaco che si adoperi affinché venga rimosso tale manifesto, capace solo di riportare odio e una visione divisiva della nostra storia.

a cura di c.p.