Nopiro – I risultati delle analisi dei metalli pesanti

L’indagine condotta attraverso le unghie di 84 bambini del territorio è stata confrontata con un campione analogo di Torino. Non ci sono grosse sorprese, ma lo studio sollecita alcune riflessioni

La serata organizzata dal Comitato Nopiro

Giovedì 26, alle ore 21.30, si è tenuto, al Salone Choc di Borgofranco d’Ivrea, un incontro promosso e organizzato dal comitato Nopiro per rendere tutta la popolazione partecipe dei risultati delle analisi dei metalli pesanti effettuate sulle unghie dei bambini del territorio. Ma andiamo con ordine.

Il contesto

Il comitato Nopiro era nato nel 2013 sotto la spinta volontaria di diversi cittadini per contrastare il progetto di pirogassificatore di Borgofranco d’Ivrea nell’area industriale dell’ex-Alcan. Le ragioni di questa opposizione erano molteplici e sono state ribadite anche durante la serata. Prima ragione: il territorio avrebbe una forte vocazione agricola e turistica e quest’impianto ne avrebbe danneggiato la piena realizzazione, facendo perdere più posti di lavoro di quelli che sarebbe stato in grado di portare. Secondo: la conformazione territoriale avrebbe favorito il sedimentarsi di eventuali polveri prodotte dalla combustione, minando l’equilibrio dell’ecosistema. Terzo e non meno importante: l’impianto avrebbe potuto danneggiare la salute dei cittadini.
La linea del comitato Nopiro fu subito chiara: la struttura non si sarebbe dovuta fare. Vennero promosse serate informative e mobilitate diverse forze sociali e associative per promuovere quest’opposizione. Il tema suscitò grande interesse, al punto tale che nel gennaio 2014 vennero raccolte più di quattromila firme. Anche diversi sindaci canavesani presero posizione contro il pirogassificatore; ciò nonostante continuò a persistere un problema: l’impianto aveva ottenuto l’autorizzazione a procedere e legalmente la Comimet aveva “le carte in regola” per avviarne la costruzione. Questa fu la ragione per la quale il comitato decise di avviare l’indagine tramite le unghie dei bambini.

Perché queste analisi?

Il dottor Menapace illustra i dati

L’obiettivo era semplice: nel caso il pirogassificatore fosse stato reso operativo il comitato avrebbe potuto verificare ed eventualmente dimostrarne scientificamente la sua nocività. Per fare questo avrebbe avuto bisogno di un “campione di base”, una sorta di “punto zero” da confrontare dopo l’accensione dell’impianto di pirogassificazione. Quest’eventualità, tuttavia, non si verificò, in quanto il 30 gennaio 2015 la Comimet, rassegnata, avviò lo smantellamento dell’edificio

I risultati delle analisi

I dati vennero ugualmente raccolti e confrontati con un campione analogo di bambini di Torino. 84 bambini di 5 comuni del territorio limitrofo a Borgofranco vennero campionati e il comitato raccolse fondi a sufficienza per sondare la presenza di ben 23 tipi di metalli. La scelta ricadde sui bambini in quanto soggetti stanziali, a differenza degli adulti.
Il dottor Ian Marc Bonapace, presente durante la serata, ha presentato i risultati, premettendo che l’obiettivo del “confronto” con la campionatura torinese era mirata esclusivamente a rispondere all’interrogativo: “cosa c’è di simile o di non simile, a grandi linee”?
La risposta è che la situazione tra Torino e Borgofranco non è molto diversa e che i dati sono “pressoché” simili, fatta eccezione per tre tipi di metalli: Arsenico, Vanadio e Cadmio. Questi tre elementi, con particolare attenzione al Cadmio, sarebbero leggermente più elevati nel territorio canavesano rispetto quello torinese.

L’incontro è stato molto partecipato

Cosa si può concludere?

Va precisato che questi dati rappresentano valori rasenti lo zero e nonostante non esista un metro di misura universalmente riconosciuto nell’indagine su unghie il dottor Bonapace ha specificato che «non esiste alcun tipo di ragione per creare allarmismi». L’unico interrogativo che meriterebbe d’essere approfondito è il seguente: come mai queste analogie di dati nonostante Torino sia una città più pesantemente industrializzata? I motivi possono essere molteplici ed è difficile stabilire dove stia la casualità e dove la causalità.
La prossimità ad un’area in passato industrializzata come l’ex Alcan sembrerebbe esserne la ragione principale, ma senza ulteriori studi ci si può limitare solo a delle ipotesi.
Il comitato Nopiro, per fugare ogni dubbio, vorrebbe promuovere un monitoraggio dell’aria o delle acque, principali elementi con cui veniamo in contatto. Sempre in tema di inquinamento ambientale e di attenzione per la salute umana, i membri del comitato hanno infatti manifestato, durante la serata, preoccupazione per il fatto che, nei pressi di Andrate e Chiaverano, si stiano portando avanti delle trivellazioni mirate, probabilmente, a cercare nuovi sorgenti d’acqua.

Andrea Bertolino

Salva