Presidio per la Pace e avvio raccolta firme contro le spese militari

Continua per il sesto sabato consecutivo il presidio per la Pace a Ivrea iniziato il 26 febbraio. Sabato 2 aprile l’appuntamento è in piazza Ferruccio Nazionale (del Municipio). Dalle 15 alle 16 si alterneranno letture, interventi, canzoni. Durante il presidio verrà lanciata anche una raccolta firme per una petizione contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi ai paesi in guerra.

SABATO 2 APRILE 2022 – dalle 15 alle 16
PRESIDIO PER LA PACE
IVREA – Piazza Ferruccio Nazionale (davanti al municipio)

Mercoledì pomeriggio a Torino sono state consegnate in Prefettura le firme raccolte nel nostro capoluogo contro l’aumento delle spese militari approvato dalla Camera (con l’esclusione del voto di ManifestA, SI, e pochi singoli deputati, solo 19 in tutto) e successivamente con il voto di fiducia anche al Senato.

Con il paese dentro la guerra, un Parlamento che non rappresenta la popolazione che è in maggioranza contro la guerra, decreta il passaggio dai 25 miliardi del 2021 (già +20% rispetto al 2019) a 38 miliardi, ovvero da 68 milioni a 104 milioni al giorno di spesa militare. Tutti soldi sottratti alla sanità, alla scuola, al sistema sociale, alla messa in sicurezza del territorio, alla ricerca.

Sempre più forti si levano voci per la Pace. Attiviamoci in ogni modo per ottenerla!

Durante il presidio si raccoglieranno le firme per una petizione popolare da presentare ai Sindaci contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi nei teatri di guerra, perché l’Italia anziché esportare armi, in contraddizione con la nostra Costituzione, si faccia “mediatrice di pace”. Di seguito il testo introduttivo

PETIZIONE POPOLARE CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI E L’INVIO DI ARMI NEI TEATRI DI GUERRA
Noi cittadine e cittadini preoccupati e in dissenso con la scelta governativa di aumentare le spese militari da 25 (già cifra enorme) a 38 miliardi, ritenendo che le risorse del paese debbano essere impegnate per la spesa sociale, per l’istruzione, la sanità, la messa in sicurezza del territorio; ricordando anche che la nostra Costituzione afferma che “l’Italia ripudia la guerra” e quindi l’invio di armi nei teatri di guerra viola la prima legge dello Stato, chiediamo ai Sindaci dei nostri comuni di far arrivare al Governo la manifestazione preoccupata del nostro profondo dissenso. L’Italia diventi mediatrice di pace e non venditrice di armi letali.