“Quello che voglio dirti d’Ivrea”: la parola ai giovani

Un progetto proposto a tutti gli istituti superiori della città (e non solo) e da tutti subito accolto, con la sola eccezione del liceo Botta

Ci vuole coraggio.
Con la città vuota e grigia, con le scuole di nuovo abbandonate (percorrere corridoi deserti per entrare in un’aula svuotata è un’esperienza desolante e inquietante), con questa nuova, distopica propensione al silenzio, con l’invito – rivolto soprattutto ai giovani – a chiudersi in casa in totale solitudine, relegati davanti a un monitor ad assimilare informazioni, trasformati in secchi da riempire.
Ci vuole coraggio a sbeffeggiare la stanchezza e la perdita di orizzonte inventandosi un modo per stanare i giovani, spronandoli a condividere idee e produrre comunicazione a partire da un luogo, Ivrea, che difficilmente lascia indifferenti, comunque lo si guardi.
“Quello che voglio dirti di Ivrea”* è il progetto proposto dalla cooperativa Zac! a tutti gli istituti superiori della città e non solo (il Faccio di Castellamonte, il Polo Formativo Universitario, le associazioni sportive, il gruppo scout) e da tutti felicemente accolto – con l’unica eccezione del liceo Botta.

E così, con l’obiettivo di far emergere “voci e sguardi under 25 per la creazione di una rivista creativa su Ivrea e sul nostro territorio”, da una settimana sono apparsi in città manifesti con la scritta “Quello che voglio dirti di Ivrea” a caratteri cubitali, proprio mentre negli atri delle scuole piombavano scatole tipo buche delle lettere nelle quali impostare le cartoline, fornite dallo Zac! e compilate dagli studenti, con idee, pensieri, riflessioni, descrizioni, consigli, racconti, poesie, disegni, ricordi, progetti. In totale libertà.
Insieme alla classe e ai professori, oppure con gli amici, o da soli: ciascuno a proprio modo, anche utilizzando i più consueti Whatsapp e Instagram (e infatti sono ammessi anche fotografie, meme, audio, video). In completa libertà.
Ed è a partire da questo gesto di libertà che il materiale raccolto confluirà in un archivio cittadino, e restituito infine alla città da una redazione under 25 ancora tutta da formare, “sotto forma di una rivista creativa, una fanzine illustrata, un poster artistico o altro ancora da immaginare”.
«Amplificare la voce dei giovani» – afferma la presidente della cooperativa Lucia Panzieri – «è oggi più che mai necessario, dopo questo lungo periodo di isolamento e di difficoltà anche rispetto ai propri desideri, ai luoghi di appartenenza e ai legami abituali».
I risultati potrebbero sorprenderci, e anche questo oggi sarebbe un miracolo.

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*Il progetto QUELLO CHE VOGLIO DIRTI DI IVREA è l’esito del percorso di co-progettazione della cooperativa ZAC! Zone Attive di Cittadinanza, in collaborazione con Associazione Culturale Dynamoscopio, all’interno di Co-Incidenze, uno dei progetti vincitori del bando Open2Change di Fondazione Compagnia di San Paolo.