Ricercando la Maestria Canavesana

In viaggio con Marco Peroni di Pubblico-08 fra i luoghi della Maestria Canavesana

Chi andasse a curiosare sul sito dell’associazione Pubblico-08, nata a Ivrea nel dicembre 2007 come intreccio tra i percorsi personali di Marco Peroni, Dimitri Buracco Ghion e Andrea Ardissone viene accolto da questa frase ” La cultura per noi è un particolare sistema di sicurezza che consente, in caso di emergenza, di tenere tutte le porte aperte”. Uno strumento, quindi, per immaginare e sviluppare progetti di qualità utili all’innovazione culturale e sociale della comunità e alla base del quale c’è un’idea di cultura condivisa. Che ci si trovi “in caso di emergenza” è ormai consapevolezza comune; a parziale aiuto arriva l’ultimo progetto dell’associazione: un racconto di quindici eccezionali personalità della storia canavesana (nei più diversi campi: arte, poesia, musica, spiritualità, filosofia, artigianato) per mettere in desiderio altrettanti luoghi del territorio. Uno sguardo diverso, nuove chiavi di lettura e strumenti narrativi facilmente fruibili per un pubblico ampio ed eterogeneo.
A partire da gennaio 2021, prende vita il progetto “I luoghi della Maestria canavesana“. Tre le fasi di realizzazione: un ampio inserto mensile in collaborazione con La Sentinella del Canavese (ognuno dedicato a un Maestro e alla sua storia); un evento pubblico di carattere artistico divulgativo per ognuna di queste 15 personalità, da tenersi nel suo luogo; una audioguida in grado di raccontare in 15 tappe la maestria canavesana e di esaltare, per questo mezzo, la bellezza storico paesaggistica del territorio.

Abbiamo chiesto a Marco Peroni, un po’ storico, un po’ scrittore, un po’ cantastorie, di farci addentrare in questi luoghi.
Accolgo con riconoscenza l’invito di Varieventuali a spiegare ai suoi lettori il senso e la struttura del progetto “I luoghi della Maestria canavesana” che l’Associazione culturale Pubblico-08 ha appena avviato e che sta riscuotendo un notevole interesse. Per interesse non intendo visibilità, la quale ha pure una sua importanza, ma proprio interessamento, partecipazione, disponibilità a collaborare, voglia di portare un contributo da parte di persone, studiosi, associazioni, fondazioni, centri studi, insomma realtà del territorio che a vario titolo si interessano a questo tema. Il nostro progetto è stato selezionato da Compagnia di San Paolo per il bando “I luoghi della cultura”, piuttosto selettivo, e si svilupperà per tutto il 2021 e parte del 2022.
Cosa vogliamo fare? Per meglio rispondere a questa domanda devo fare un passo indietro e mettermi un po’ in gioco, spiegare da quale tipo di urgenza sono partito nel formulare l’idea originaria che poi Dimitri Buracco ha strutturato in una forma adatta ad essere candidata. Sono diversi anni che, per puro piacere, mi faccio catturare da libri di storia locale, biografie di personaggi storici del Canavese, scoprendo l’acqua calda, e cioè che viviamo in una terra inquieta, ardimentosa, sorprendente, generosa eppure nascosta, che ha espresso una quantità incredibile di figure di valore nazionale e internazionale nei più diversi campi. Una terra che ha trasformato se stessa e conquistato, perduto, riconquistato una centralità reinventando se stessa per mezzo del lavoro, meglio del lavorio, di generazioni di donne e uomini che ci lasciano un’eredità silenziosa e potente.
Per fortuna uno dei miei più cari amici è Italo Cossavella – una sorta di minatore che si è infilato dentro una montagna di centomila libri per lo meno rari, scavando a mani nude una galleria dopo l’altra, fino a formare un labirinto in cui si scende solo per il piacere di perdersi – e così per ogni curiosità che si soddisfaceva altre ne venivano fuori, sera dopo sera, e ancora, e ancora.
Questo progetto ci dà la possibilità di condividere quello che come associazione stiamo studiando, scoprendo, dissodando di giorno in giorno il terreno culturale in cui tutti quanti viviamo e operiamo. Racconteremo quindici maestri della nostra storia i quali metteranno in luce altrettanti luoghi della nostra terra. Certo, la scelta è in gran parte arbitraria, molte figure restano fuori di primissima importanza, ma ci premeva anche delineare un possibile viaggio che di tappa in tappa potesse toccare un po’ tutto il Canavese, un po’ tutte le discipline. Bisognerà studiare molto e soprattutto coinvolgere le persone e le realtà che da una vita di spendono nella valorizzazione di questi personaggi.
Personalmente sono molto motivato dalla prospettiva di mettere il mio mestiere (che forse è quello del traduttore) a disposizione di questi enormi “giacimenti di sapere” affinché possano entrare in circolazione con una fluidità maggiore, arricchire di senso la riscoperta del nostro territorio. Il grande rammarico, invece, è che avrei voluto iniziare questo viaggio senza le limitazioni che il mondo ci impone.
Avrei voluto incontrare molte più persone, spendere molte più ore con loro, mangiare assieme, bere assieme, insomma fare tutte quelle cose per cui ha senso studiare: vivere di più, conoscere di più, godere di più. Speriamo che nei prossimi mesi la pressione possa allentarsi per tutti.

Per finire, il progetto “I luoghi della Maestria canavesana” si compone di tre parti: un inserto mensile di nostra produzione e pubblicato su La Sentinella del Canavese dedicato al maestro/luogo di turno (dunque per quindici mesi di fila), quindici attività dal vivo da farsi in estate e autunno, un’audio-guida in quindici stazioni attivabile da tutti, appassionati e turisti, gratuitamente. Abbiamo cominciato da Amerigo Vigliermo e da Bajo Dora (l’inserto completo è disponibile sulla versione online del giornale), finiremo con lo Spanzotti di San Bernardino, passando per Costantino Nigra e Castelnuovo, Piero Martinetti e Spineto, Giulia Avetta e Cossano, Natale Capellaro e Ivrea e molti altri ancora.
È un grande impegno e un grande privilegio quello che abbiamo davanti. Vorremmo semplicemente trasmettere a tante persone anche solo una parte della passione che ci attraversa e che ci fa guardare al Canavese con occhi nuovi”.

a cura di Simonetta Valenti