Rilancio Manital tra un colpo di spugna e una mano di bianco

L’assemblea dei soci Manitalidea approva il piano industriale per i prossimi cinque anni presentato dalla nuova proprietà il 28 novembre. Manital cambia identità, dal 1 marzo 2020 si chiamerà Italmantec. Addio al settore pubblico e via i servizi a “basso valore aggiunto”. Nuova sede legale da Ivrea a Roma.

Dal comunicato dell’azienda sul piano industriale 2020/2022-24 che verrà presentato alla stampa il 5 dicembre prossimo, si capiscono subito le basi della strategia del nuovo management: far dimenticare al più presto Manital (cambio di nome, sede legale, abbandono del settore pubblico) e scansare le tegole che l’han portata a un passo dal fallimento.

La nuova Manital che dal 1 marzo 2020 si chiamerà Italmantec, non avrà più la sua sede legale a Ivrea, la testa della nuova azienda viene infatti spostata a Roma. Ha la sede nella capitale anche Semitechgroup, la divisione industriale IT/TLC di IGI Investimenti Group che si occupa di “installazione, manutenzione di apparecchiature in quota sia radio sia di videosorveglianza, nei sistemi di trasmissione segnali radio, robotica e IOT e cyber security“, come si legge nel profilo aziendale. Di fatto la Italmantec sarà una delle aziende di Semitechgroup come il nuovo logo fa intendere.

Il territorio, il mercato e le persone

Per quanto riguarda l’area geografica di riferimento per Italmantec, l’Italia dovrebbe rimanere uno dei paesi in cui opererà la nuova azienda, oltre che in Polonia, Romania, Austria, Svizzera, Azerbajan. Completamente ribaltato invece il mercato di riferimento, è previsto infatti un “riposizionamento su grandi gruppi privati industriali italiani” con abbandono delle commesse del settore pubblico. Il piano inoltre prevede lo sfrondamento dei rami del gruppo Manital, è prevista la vendita di tutte le partecipazioni di controllo (MGC addio), salvo la “valorizzazione della partecipazione” nella consortile Manital Consorzio Scpa, e il ridimensionamento delle attività a basso valore aggiunto (pulizie uffici?). Nonostante questi arretramenti l’azienda afferma che il numero di occupati crescerà dagli attuali 2.166 (FTE, numero equivalente a tempo pieno) a 4.655 con un incremento di occupazione stabile in Italia di 2.489 dipendenti, tutti a tempo indeterminato. Bene, si dirà. Ma in numeri non tornano, finora si parlava di circa 10.000 persone occupate da Manital tra diretti e indiretti, dove sono finiti?

I numeri

Fra i punti forti del nuovo piano strategico vi è la capitalizzazione di 50.000.000 di euro dispiegati nei cinque anni del piano per “innovazione tecnologica ed espansione industriale anche internazionale”. La capitalizzazione è però vincolata all’accettazione dei punti del piano sull’accordo con i creditori.  L’indebitamento netto al 30.9.19 è dichiarato pari a 46.007.576 euro, mentre i crediti netti verso controllate ammontano a circa 100 milioni (di cui tre quarti verso Manital Consorzio Scpa). Per i debiti di natura tributaria e per i debiti chirografari l’azienda chiede la rateizzazione su 72 mesi.
Anche per il fatturato è prevista una forte crescita “dai 245 milioni di fatturato nel 2018 ai 450 milioni di fatturato previsto nel 2024″. E per rassicurare tutti gli attori coinvolti (mercato, tribunale, sindacati, banche) sulla corretta analisi e prospettiva del piano, il comunicato aziendale informa che il piano è stato elaborato “con il coinvolgimento di oltre 185 persone, tra manager, soci e dipendenti, in oltre 300 incontri“, come dire “non vorrete avanzare dubbi!”.

Il colpo di spugna

Il nuovo Cda dichiara di rinunciare definitivamente all’esecuzione della gara Consip-Fm4 (Facility Management Uffici) da 2,7 miliardi finita nel mirino dell’Antitrust che ha comminato a Manital una multa di poco meno di 33.340.000 euro per aver fatto cartello con le altre partecipanti alla gara. Con questa rinuncia, IGI Investimenti chiede in pratica di poter non pagare la multa “da ascrivere alla precedente gestione”. Si può fare? Qualche dubbio c’è. Se si acquista una casa e il precedente proprietario non ha pagato le ultime bollette, per poter riavere i servizi si deve prima saldare l’arretrato, sarà diverso per gestire un’azienda? Con questo principio potrebbero chiedere di non pagare i dipendenti perché il debito è da ascrivere alla precedente gestione …

L’ultima parola al tribunale

Credibile o non credibile, sostenibile o meno, sarà il Tribunale delle imprese di Torino a decidere sul futuro di Manital e delle sue controllate. Fra meno di tre settimane, il 20 dicembre ci sarà l’udienza sullo stato di insolvenza di Manital e sull’eventualità del passaggio all’amministrazione straordinaria.

MGC

Oggi, 2 dicembre, come scritto nella lettera dell’azienda al Prefetto, doveva essera pagato lo stipendio di ottobre, ma i lavoratori non hanno ricevuto i soldi sui loro conti correnti, no, sono dovuti andare al Comune di Ivrea per ritirare un assegno con il sindaco Sertoli a fare da “quietanziatore”. Ma il peggio è che, come si sfoga un lavoratore, è stata la “ennesima presa in giro, Cimadom giunto all’incontro con il sindaco di Ivrea con un’ora e mezza di ritardo, ci ha consegnato gli assegni (miseri) calcolati su buste paga falsate. Ore mancanti, assegni familiari mancanti, ore falsate … L’infortunio di un nostro collega, come per magia è diventato malattia, in poche parole una fregatura. Noi siamo ancora più furiosi di prima“.  E hanno tutte le ragioni per essere furibondi, i lavoratori meritano rispetto e i soldi dovuti per il lavoro fatto, non hanno ricevuto né l’uno né gli altri, come era da immaginare, e il sindaco di Ivrea avrebbo dovuto sottrarsi a questa farsa. La lotta dei lavoratori MGC continua e ha ancora bisogno di tutto il supporto testimoniato al presidio e nella bella manifestazione del 27 novembre.

Cadigia Perini