Riprendersi gli spazi, riprendersi il giorno.

Un’intervista con Milena Bertone e Federico Giovannini, artisti locali candidati nella lista di Unione Popolare, per parlare dei giovani, dei loro bisogni e del loro rapporto con l’arte.

Quali sono i bisogni della fascia più giovane della popolazione?

Oggi più che mai, come dimostrato anche dalle mobilitazioni nazionali studentesche per il diritto alla casa, gli spazi fisici e materiali sono luogo determinante per l’emancipazione e la realizzazione dell’esistenza sociale giovanile.
A Ivrea, il diritto alla notte e al divertimento è l’unico argomento attraverso il quale si è parlato dei giovani. Benché sia sacrosanta la rivendicazione del diritto al divertimento e alla notte, quest’ultimo è sintomatico di un problema più radicale e importante. I giovani richiedono libertà di fare festa di notte perché di giorno e fuori dal contesto della cosiddetta movida sono una categoria sociale marginalizzata ed oppressa, in un certo senso alienati dalla propria città. Di giorno e fuori dai contesti di movida, la città è degli “adulti”.
È naturale quindi che i giovani si allontanino da Ivrea o pretendano almeno di aver il diritto alla notte e al divertimento.
Ma se invece invertissimo il ragionamento? Se i giovani pretendessero di avere anche e soprattutto il diritto al giorno e alla propria espressione in senso ampio, non solo nel consumo di divertimento?
Non è un caso che a Ivrea si registri un grande calo demografico giovanile. Tra le maggiori ragioni di questa crisi vi è sicuramente l’aumento della precarietà economica della fascia di età 20-34, ma un ruolo fondamentale lo gioca anche l’assenza di un’attrattiva sociale, artistica e culturale.

Quali soluzioni proporreste, in particolare qui a Ivrea?

La soluzione a tutto ciò, al lato di politiche economiche e sociali adeguate a intervenire sulla precarietà economica, si trova nell’autodeterminazione dei giovani stessi. I giovani sanno di cosa hanno bisogno e quelli che ancora non lo sanno possono scoprirlo solo se gli viene permesso di conoscersi.
In questo senso è fondamentale vi siano degli spazi gratuiti, diurni e non, che siano direttamente gestiti dai giovani per scopi sociali, culturali e artistici. Il comune può e deve mettere a disposizione i tanti locali pubblici che attualmente sono abbandonati e/o in disuso, penso alla Serra, alla Sala Cupola o all’ex Enel di corso Vercelli. Questi spazi potrebbero essere destinati a una galleria civica d’arte emergente o divenire spazi aggregativi e culturali.
La mostra civica popolare al Cinema Politeama che abbiamo messo in piedi è stata un modo per iniziare a concretizzare questa visione, collaborando direttamente con circa 30 artisti/e locali (scultori, pittori, poeti), la maggior parte dei quali giovani ed emergenti.
Tantissimi giovani hanno risposto al progetto, anche come pubblico: all’inaugurazione vi erano un centinaio di persone, molte under 35.
Questa è la prova che i bisogni dei giovani sono chiari e le nostre soluzioni reali e concrete.

Lorenzo Zaccagnini