Testimoniare il coraggio

L’associazione ACMOS invita Marco Omizzolo a Ivrea, venerdì 6 aprile allo ZAC!

In quest’epoca fluida e senza punti di riferimento, sono in molti – e in particolare tra i giovani – a cercare esempi credibili a cui ancorarsi, azioni concrete in cui credere e sulle quali fondare il proprio impegno.

Marco Omizzolo è tutto questo: sociologo, giornalista, attivista e professore universitario, che da anni si batte per difendere i diritti dei lavoratori agricoli nell’Agro Pontino. Nello specifico nei confronti dei braccianti indiani di religione sikh, sfruttati senza difese da un sistema di caporalato schiavista e mafioso nella Provincia di Latina. Per riuscire a capire fino alla radice il fenomeno, qualche anno fa Marco si è finto bracciante facendosi sfruttare per tre mesi dai caporali nelle serre pontine: sfruttamento, uso di droghe, orari estenuanti e paghe da fame, tutto vissuto sulla propria pelle.

La grande forza di Marco Omizzolo è quella di essere riuscito a trasformare ricerche sociologiche e studi universitari in azioni concrete sul campo, dal sostegno legale gratuito a chi vuole denunciare, alla mobilitazione della comunità sikh contro lo sfruttamento, fino allo storico sciopero del 18 aprile 2016 quando è riuscito a portare “4000 braccianti in piazza e davanti le aziende agricole per reclamare diritti, legalità, giustizia e il rispetto rigoroso del contratto di lavoro”. Anche per questo suo impegno a cavallo tra la teoria e la pratica, Marco ha subito l’ennesimo attacco vile e intimidatorio, quando, nella notte tra il 3 e il 4 marzo 2018, hanno vandalizzato la sua macchina posteggiata sotto casa.

Per sostenere e far conoscere le sue attività, ACMOS e Libera Ivrea hanno deciso di invitarlo per raccontare agli studenti la dura realtà nell’agricoltura italiana, il sistema del caporalato, ma anche le belle notizie, le lotte che si possono vincere: come l’approvazione di una legge molto importante contro il caporalato, la legge 199/2016. In particolare, Marco sarà a Ivrea venerdì 6 aprile, la mattina in un’assemblea con quattro classi dell’IIS Olivetti e nel pomeriggio allo ZAC all’interno di un percorso di incontri con studenti provenienti dai diversi istituti della Città.

Nelle ultime settimane Marco Omizzolo ha pubblicato una serie di 15 articoli su Repubblica, delineando la trama dell’agromafia in Italia. Una fotografia lucida e dettagliata dello sfruttamento nel nostro Paese, da Nord a Sud, che tutti dovrebbero conoscere. Di seguito riportiamo due frammenti tratti dagli articoli pubblicati su Repubblica:

“Le mafie si radicano nella logistica, nel commercio, nella grande distribuzione organizzata, si specializzano nelle truffe ai fondi europei, nella sofisticazione, entrano nei grandi mercati ortofrutticoli e usano il caporalato e la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo per gestire rapporti di lavoro e fatturare milioni di euro.”

“Abbiamo provato a mettere a fuoco le contraddizioni del sistema di accoglienza, del biologico e del Made in Italy, insieme alle lentezze del sistema giudiziario italiano, al dramma di migliaia di esseri umani condannati a lavorare come schiavi per il profitto di alcune aziende e, in alcuni casi, come per i lavoratori indiani pontini, addirittura a doparsi, il dramma delle donne vittime di tratta, caporalato e di ricatti sessuali continui, i processi e le mobilitazioni in corso, patrimonio straordinario che i lavoratori e lavoratrici soprattutto migranti mettono a disposizione di questo Paese sul quale poco si riflette. Abbiamo indagato il ruolo della Grande Distribuzione Organizzata e dei Mercati ortofrutticoli di Fondi, Milano e Ragusa in particolare. Ne è venuto fuori un quadro che racconta un pezzo di questo Paese. Un Paese che merita un altro futuro realizzabile solo liberando il lavoro dal peso del ricatto dei padroni e dei padrini”.