Trenitalia mette la “toppa”: ripristinate (per ora) tre fermate a Borgofranco

In meno di due settimane Trenitalia ha fatto marcia indietro sulle stazioni di Borgofranco. Le proteste dei pendolari hanno sortito effetti sul mondo politico e la disponibilità al confronto della neo assessora ai trasporti valdostana Minelli apre flebili speranze sin ora tabù; resta comunque alto il livello di guardia delle associazioni pendolari

«Dal 23 dicembre 2020, per la riprogrammazione dell’offerta commerciale sulla linea Ivrea – Aosta, i treni riportati nel documento allegato subiscono le variazioni indicate».
È con questa stringata comunicazione sul sito di Trenitalia che viene annunciato il ripristino delle tre fermate a Borgofranco d’Ivrea la cui soppressione aveva generato nei giorni scorsi indignazione e proteste da parte dei cittadini, delle associazioni di pendolari nonché del sindaco Francisca.
Ad essere interessati saranno i treni alle 7.14 (fermata a Borgofranco alle 7.24) e delle 14.34 (fermata a Borgofranco alle 14.45) per chi da Ivrea si sposta verso Aosta e infine un terzo alle 16.45 che d’Aosta torna verso Ivrea (fermata a Borgofranco alle 17.49).
Una doverosa “toppa” da mettere per ridimensionare la brutta figura di Trenitalia dopo che il 13 dicembre era stato pubblicato l’orario invernale che aveva modificato significativamente il servizio ferroviario. Le variazioni avevano interessato (e sono tutt’ora in vigore) la tratta ferroviaria di competenza valdostana e proprio verso la Regione Val d’Aosta si erano rivolte le principali critiche.
Come avevamo segnalato le ragioni delle recenti modifiche al servizio sono per lo più imputabili al bando del 2018 indetto sotto l’allora assessore Aurelio Marguerettaz, che vincolò Trenitalia (aggiudicataria del bando) alla soppressione delle fermate in qualunque stazione canavesana eccetto che Ivrea.

Al di là di questa “toppa” (necessaria per raffreddare l’attenzione mediatica di questi giorni nonché le proteste dei pendolari) parrebbero esserci alcuni segnali d’incoraggiamento provenienti dall’attuale assessora ai trasporti Chiara Minelli che, almeno a parole e intenzioni, sembra stia dimostrando volontà politica nel coinvolgere pendolari, associazioni e istituzioni per promuovere un confronto, sebbene non si sappia ancora con quale realistico esito.
In questa direzione, comunque, si è mossa l’assessora nell’indire un incontro tenutosi mercoledì 23 dicembre che ha visto partecipare Mirko Franceschinis per l’Associazione Utenti Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta, Massimo Juglair per l’assocazione Pendolari Stanchi VDA, Fausto Francisca come sindaco di Borgofranco, Marco Trevisan in qualità di dirigente della direzione trasporti valdostana e Maria Luisa Russo in qualità di segretaria particolare dell’assessorato di Minelli.

Il coinvolgimento delle associazioni pendolari segna una piccola svolta nel modus operandi di Trenitalia e delle istituzioni politiche, considerando che sino a questo momento nessuna interlocuzione era stata tentata.
L’incontro ha rappresentato un’opportunità per affrontare le criticità più impellenti e sulle quali sarebbe necessario intervenire, a cominciare dal “treno 2714” (il secondo diretto del mattino da Aosta a Torino, passando per Ivrea). Questo bimodale, di cui sono state recentemente cancellate le fermate a Strambino e Caluso, ha seri problemi di affollamento da Ivrea in poi. Con ogni probabilità a partire da gennaio verranno messi a disposizione dei bus integrativi per cercare di rispettare la soglia di riempimento dei mezzi del 50% (come da disposizioni anti-Covid). Le associazioni dei pendolari, tuttavia, non possono che domandarsi che ne sarà di queste “integrazioni” un domani che l’emergenza sarà rientrata: niente più fermate a Strambino e Caluso e niente autobus? Ognuno a lavoro con il proprio mezzo privato?

Durante l’incontro sono state elencate anche altre criticità che sarebbe opportuno rivedere sia con il contributo valdostano che con quello piemontese, ma i pendolari hanno ancora molta strada da fare per invertire un processo di depauperamento del servizio di trasporto ferroviario locale avviato da tempo, come segnala Massimo Juglair nella sua lettera inviata ai giornali: «in questa fase di emergenza le fermate alle stazioni avrebbero dovute essere intensificate e differenziate, riaprendo anche quelle dismesse e non andando a chiudere o a depotenziare quelle ancora attive. (vale la pena ricordare come, negli anni, nella tratta Ivrea-Aosta, si siano chiuse le stazioni di Quart, St Marcel, Chambave, Montjovet, Quincinetto, Settimo/Tavagnasco, Montalto Dora). Per non parlare della dolorosa chiusura della linea Aosta/Prè St. Didier!».

Andrea Bertolino