Un patto per la gestione del Parco della Polveriera

Tra le otto associazioni e il Comune di Ivrea firmato il Patto di valorizzazione triennale

Sono passati quasi trent’anni dalla istituzione ad Ivrea, negli spazi del Parco della Polveriera, del laboratorio permanente di educazione ambientale promosso dal CIRDA, costituito nel 1992 attraverso una convenzione tra il Comune di Ivrea e l’Università di Torino. Alle attività del laboratorio, che si definiva “un Centro per l’informazione, l’aggiornamento e la ricerca didattica, rivolto a insegnanti e studenti di ogni ordine e grado” si affianca nel 1997 un una iniziativa promossa da Regione Piemonte in accordo con i Comuni per l’istituzione di una rete dei Laboratori Territoriali di Educazione Ambientale con obiettivo la crescita di una cultura ambientale diffusa tra la popolazione in Piemonte.
Nei primi dieci anni del 2000 il Parco espande grandemente le sue attività, diventa infatti centro di aggregazione e di sviluppo di una nuova progettualità ambientale e territoriale con istituzione di una biblioteca scientifica, collezioni e percorsi naturalistici, video documentazione, disponendo tra l’altro di una segreteria attiva nell’accogliere iniziative, offrire informazioni ed erogare servizi.
Ha quindi già una certa storia la vocazione ambientale del Parco della Polveriera, situato sulle sponde del lago San Michele e dotato di alcuni locali adibiti a laboratorio e sala convegni, oltre naturalmente a un ampio spazio verde e alberato.
In tutti questi anni il parco è stato utilizzato da un gran numero di cittadini e associazioni per manifestazioni che lì trovano la loro naturale destinazione, attività per ragazzi, feste, mercatini, fagiolate e castagnate, corsi sportivi e didattici, iniziative ambientali.
A partire dal 2013 una progressiva contrazione dei fondi regionali sul progetto dei laboratori territoriali e la conseguente chiusura dell’ufficio comunale distaccato, ha posto a rischio di chiusura al pubblico tutta la struttura, fatta eccezione delle attività didattiche del laboratorio CIRDA e l’apertura pubblica in occasione del carnevale con la Fagiolata di San Lorenzo.
Per scongiurare questa destino le associazioni dei territorio si sono mosse.
Dal 2015 la gestione del Parco è stata assunta, tramite un Patto di valorizzazione con il Comune, da un insieme di associazioni che lì svolgono le proprie attività rivolte al pubblico assicurando in compenso la manutenzione ordinaria e l’apertura del Parco consentendone l’utilizzo gratuito da parte degli utenti.
Al Comune spetta invece la manutenzione straordinaria e il pagamento delle utenze, peraltro limitate visto l’uso quasi esclusivo nella bella stagione.
Le associazioni sono Serra Morena, Fagiolata benefica Rione di San Lorenzo, Ivrea Canoa Club, Nordik walking Andrate, Circolo Legambiente Dora Baltea, Gessetti colorati, Specialmente (associazione subentrata alla Cooperativa Arte della cura e che si occupa di attività sportiva con ragazzi disabili e non solo), oltre alla Università di Torino che tramite il Dipartimento di Scienze della Terra ha istituito il laboratorio Geo.dida.Lab.
Se dal 2015 il patto ha sempre avuto rinnovi della durata di un anno da gennaio 2021 la durata è stata allungata a 3 anni, scadendo quindi il 30/6/2023, con soddisfazione delle associazioni che possono così programmare in maniera più costruttiva e con l’Amministrazione progetti più articolati e finalizzati anche al miglioramento della struttura.
Quali sono le proposte che avete elaborato per migliorare la fruibilità del Parco?
Avendo il parco già alla spalle una storia di progettualità e iniziative davvero unica nel nostro territorio, e avendo in prospettiva la costituzione del Parco dei 5 laghi, ci dice Roberto Danieli di Serra Morena, ci sembra importante lavorare insieme con l’Amministrazione per rinnovare e potenziare non solo la recettività della struttura, ma anche curare e valorizzare il contesto in cui essa è inserita: in particolare va preservato il delicato equilibrio ambiente del Lago San Michele, e sviluppata una sentieristica e segnaletica di raccordo con gli altri laghi. L’attività motoria è cresciuta enormemente in questi ultimi mesi e spiace constatare come i pedoni e i corridori siano costrette a camminare bordo strada, non disponendo di un passaggio pedonale in grado di attraversare lo scolmatore del lago e procedere in sicurezza verso Via Montodo e Canton Gabriel. Un tema riproposto periodicamente senza alcun esito da ormai 10 anni.
Un’altra criticità riguarda la mancanza di parcheggi e un accesso pubblico al lago. Il cartello stradale che indica “Lago san Michele” è ancora lì che indica un parcheggio chiuso da una sbarra, e ormai sventrato.
Per le attività sul lago, per i prelievi di acqua a scopi scientifici e didattico, per le attività sportive in canoa, sarebbe poi importante poter disporre di un piccolo approdo. D’altronde la sponda è comunale.

Il Parco, che chiude nel periodo invernale, riaprirà la sue porte il 1° marzo ed offre un ottimo sfogo per attività all’aperto all’interno del territorio di Ivrea e la sua formula di gestione, che coinvolge e responsabilizza varie associazioni per un utilizzo pubblico di un bene del territorio, è un buon esempio di reciproca convenienza tra ente pubblico e cittadini/utenti organizzati, a dimostrazione che la partecipazione va a vantaggio di tutti.
Per un maggiore utilizzo, anche in veste turistica e di appoggio al Parco dei 5 laghi che finalmente, dopo anni di stallo, sembra procedere verso la sua realizzazione, bisognerebbe trovare una soluzione migliorativa dell’attuale stato di abbandono di tutta l’area adiacente, di proprietà privata, che una volta ospitava l’edificio bar/pizzeria/discoteca/pub e addirittura un campeggio, di cui resta solo il rottame di una roulotte.
Questo miglioramento va studiato con tutte le parti in causa, l’Amministrazione, le proprietà, la società civile. Richiede una crescita  culturale di tutti, da parte dell’Amministrazione nel saper pianificare e sostenere il territorio, da parte delle proprietà nel collaborare ad un fine comune e non particolare, e non ultima la popolazione nel partecipare alla cura dell’area, anche con piccole azioni quotidiane.
L’Italia è ricca di bellezze naturali, come questo lago.L’utilizzo o il godimento collettivo di questa bellezza merita di essere sempre difeso o riguadagnato.

Francesco Curzio