Vodafone. Se 1130 esuberi vi sembran pochi …

Dopo l’incontro dell’11 marzo scorso il confronto tra l’Azienda e le OO.SS è ripreso nelle giornate del 20 e 21 marzo a Milano, concludendosi con un ulteriore rinvio ad una sessione di due giornate i prossimi 2 e 3 aprile.

Vi proponiamo estratti del comunicato del Cobas Vodafone sull’incontro con l’azienda dopo l’annuncio di esuberi, pardon “efficientamenti”, del’11 marzo scorso.

“Maledetta primavera: solidale insomma, non traumatica così così.”

La discussione ha portato a conoscenza elementi ulteriori di sostanza pur non avendo ancora trovato un vero e proprio percorso dettagliato e chiaramente intelligibile.
Ci eravamo lasciati con una dichiarazione di riduzione di 1130 efficienze e invece, con un candore sconcertante, è stato comunicato che si era trattato di un evidente fraintendimento, dal momento che le 1130 efficienze da trovare sono FTE, full time equivalent, ovvero un numero abnorme corrispondente a circa 1300-1400 lavoratrici e lavoratori.
Tante parole sono nuovamente state usate dall’Azienda per illustrare le ragioni che hanno portato a tale decisone (situazione del settore, situazione aziendale, evoluzione tecnologica), mentre troppa e inopportuna reticenza ha nuovamente caratterizzato la fase delle risposte alle domande effettuate dalla parte sindacale in merito alle intenzioni aziendali e alla reale validità degli interventi che si vogliono porre in atto: terminate le volontarie adesioni agli incentivi economici non ancora quantificati, l’istituto della solidarietà applicato alla restante popolazione, non ancora definito nelle percentuali pensate dall’Azienda, servirà davvero a garantire la ricercata sostenibilità? L’indubbio considerevole risparmio sul costo del lavoro che ci si attende di realizzare con la solidarietà sarà sufficiente a consentire la trasformazione tanto decantata? Nell’alveo delle soluzioni NON traumatiche rientra la volontà di procedere a una restituzione, al termine della solidarietà, di parte dei soldi ai dipendenti che avranno visto il proprio salario, già tendenzialmente basso quando si parla per esempio di customer care, ridursi ulteriormente e certo in modo non indolore, per una percentuale e periodo ancora sconosciuti? Concorreranno tutta l’Azienda e tutti i lavoratori in modo solidale a farsi carico del sacrificio richiesto per poter garantire sostenibilità e crescita futura o saranno sempre e solo i soliti reparti a dover essere gravati da peggioramenti lavorativi e di vita? La riqualificazione professionale sarà realmente tale o sarà uno spostarsi di volta in volta sulle attività che verranno eventualmente fatte rientrare, in un tirare a campare fino alla conclusione del periodo di accesso agli ammortizzatori sociali per poi ritrovarsi in uno scenario drammatico?
La conoscenza di questi elementi è fondamentale per capire quale impianto si vuole costruire e se il patto che si intende sottoscrivere tra Azienda e lavoratori abbia realmente lo scopo di traghettare tutti, nessuno escluso, a una fase diversa aziendale e di settore.
Gli strumenti attualmente prospettati sono tre: due leve con le quali tagliare il costo del lavoro, ovvero le uscite volontarie incentivate e l’accesso all’ammortizzatore sociale della solidarietà, cui si aggiunge, quale importante elemento di tenuta, la riqualificazione professionale, terza gamba della strategia relativamente alla quale è stato detto che da giugno a oggi è già stata compiuta per 550 persone.
Nel prossimo futuro prevedono di poter riqualificare circa 150 FTE, in uno scenario annunciato di 1130 FTE da efficientare. E’ chiaramente evidente che in assenza di risposte significative rispetto alla efficacia di una solidarietà utilizzata per riqualificare e trasformare, questi numeri indicano che la sostenibilità è un miraggio.  Non tutte le nuove professionalità necessarie alla trasformazione digitale da compiere verranno create attraverso la formazione di risorse interne. L’Azienda ha infatti annunciato di aver necessità di assumere nuove persone e ha esplicitato che la solidarietà non verrà applicata a quei settori in espansione.
L’Azienda che ha lasciato a casa gli apprendisti nativi digitali, si prepara ad assumere e a proiettarsi verso il futuro investendo su nuove forze lavorative.
Siamo difronte a una trattativa sul taglio del costo del lavoro chiamato efficientamento, a quella che doveva e poteva essere la reale trattativa che andava fatta a giugno, probabilmente evitando di regalare altri pezzi di flessibilità, tagli sulla retribuzione del lavoro domenicale e notturno, peggioramenti su orari e turnazioni, taglio del trattamento economico della reperibilità per mondo rete.
Molti di noi hanno già pagato tanto, troppo e pare che nelle logiche di questo nuovo confronto debbano continuare a pagare il prezzo più alto. Se questo accordo non sarà costruito bene e non sarà realmente portatore di garanzie per una trasformazione sostenibile, i lavoratori potrebbero trovarsi di fronte a un ricatto, quello di dover scegliere se gli incentivi economici messi a disposizione dall’Azienda saranno abbastanza o quasi abbastanza per poter pensare, nonostante la paura e l’enorme difficoltà di trovare un’altra occupazione, se è meglio andarsene subito o resistere con sacrifici economici ulteriori durante tutto il periodo delle solidarietà (1 anno o 2 chissà) nella speranza che dopo non si aprano scenari peggiori. Siamo convinti che questa trattativa DEBBA essere altro.
Con l’intervento degli ammortizzatori (pur ritenendolo un ennesimo spreco di risorse pubbliche in quanto Vodafone potrebbe trovare internamente le leve avendo disponibilità che altre aziende si sognano e che più di lei ne necessiterebbero e necessiteranno) il vero sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti sarà creare un futuro dopo l’ammortizzatore sociale. La digitalizzazione ridurrà e trasformerà l’occupazione in questo settore. La vera sostenibilità di azienda e lavoratori passa per il lavorare tutti e meno con parità di salario e per la riqualificazione professionale. Lo dicevamo un anno fa e continuiamo a ribadirlo ora. Rendere strutturale la riduzione dell’orario mantenendo un salario dignitoso ed equiparabile a quello attuale si può, non è impossibile. Se si guarda al futuro guardiamoci davvero dentro; con equità e responsabilità sociale si possono fare grandi cose.
La voluta mancata condivisione di informazioni di dettaglio di questi primi due incontri e l’aver anticipato di voler arrivare a definire un testo in occasione del prossimo incontro rende evidente come l’Azienda non voglia far trapelare singoli elementi di un accordo (ammontare incentivi periodi e percentuali solidarietà ecce cc) affinchè i lavoratori vedano il pacchetto di strumenti e soluzioni confezionato nella sua interezza e si trovino di fronte a un prendere o lasciare.
Come sempre serviranno nervi saldi e capacità di analizzare se il tutto tiene e se tiene per tutti.

Cobas Vodafone, 23/3/2019