La variante (politica) del piano regolatore

Mettere mano al piano regolare significa, per l’amministrazione comunale, giocarsi la carta finale per ricucire i fragili rapporti con i commercianti della città in vista delle elezioni?

Giovanna Codato e Carlo Della Pepa

Lunedì 16 ottobre si è tenuta, in una Sala Santa Marta gremita, l’incontro pubblico di presentazione della variante strutturale del piano regolatore d’Ivrea.
L’architetto Massimo Giuliani, in qualità di capogruppo del team che si occuperà di stendere la variante, ha diretto la serata, presentando, in primo luogo, i nomi dei dodici componenti fissi del gruppo di lavoro: Renato Cavalli (pianificazione commerciale), Giuseppe Franco Ferrari (norme e regole), Giovanni Luca Bisogni (valutazione ambientale strategica), Aldo Besate, Giovanni Sciuto, Licia Morenghi, Marco Tosca e Lorenzo Giovenzana (pianificazione territoriale), Secondo Antonio Accotto (componente idro-geologica e sismica) e, infine, Cristiana Bernasconi (acustica).
Gli obiettivi della variante struttuale sono stati resi noti durante la serata e hanno delineato un perimetro d’azione che in larga misura conferma l’andamento delle scelte di questa amministrazione comunale, ma con qualche aggiustamento: stop all’estensione urbana e alla costruzione di nuovi edifici residenziali, visto anche il decrescere della popolazione eporediese; contenimento del consumo di suolo e riuso di aree degradate, valorizzazione dell’agricoltura, avvio di nuove economie legate al turismo e alla ricettività, sostegno al commercio locale e valorizzazione del patrimonio olivettiano.

L’architetto Massimo Giuliani, capogruppo del team che lavorerà sulla variante

La candidatura Unesco, il contenimento del consumo di suolo, il riuso di edifici a scapito di nuove costruzioni (si veda Centro benessere nella Nuova Ico) sono tutti obiettivi più o meno perseguiti dall’amministrazione Della Pepa e questo andrebbe in larga misura a confermare le parole pronunciate ad inizio serata dallo stesso sindaco: «Questa è una variante; non sono previsti stravolgimenti, ma solo importanti aggiustamenti». Già, ma quali?
Gli aggiustamenti a cui il Sindaco fa riferimento sono probabilmente legati al travagliato e problematico rapporto che quest’amministrazione comunale ha avuto con il settore del commercio, non a caso così tanto enfatizzato durante la serata. Via Arduino, si ricorderà, è stata la prima a maturare un’insofferenza verso l’incapacità comunale di rilanciare il centro storico eporediese; successivamente hanno seguito a ruota sia i commercianti di corso Nigra, improvvisamente minacciati dall’ipotesi di un Iperstore entro tre anni, sia gli ambulanti dell’area mercatale che hanno dovuto cominciare a fare i conti con il riaffiorare del lago di Città e i dissesti della pavimentazione.
Una variante tutta dedicata a recuperare terreno perso nei confronti del commercio? Sarebbe riduttivo rispondere positivamente a questo quesito, ma non si può nascondere quanto la risposta sia meno scontata di quanto sembri, in quanto a rendere il tutto più nebuloso e incerto è la tempistica con cui questo progetto è stato presentato al pubblico.

Il tema è particolarmente sentito, come dimostra la sala Santa Marta gremita

Attuare una variante di un piano regolatore a fine mandato non lascia spazio a fraintendimenti e deboli sono sembrate le parole del Sindaco: «avremmo voluto mettere mano prima al documento urbanistico ma non ci è stato possibile. L’abbiamo fatto adesso, nonostante le elezioni». Anche l’assessore Giovanna Codato, presente all’incontro, ha toccato questo punto: «Si vuole dare inizio ad un’idea che non può aspettare i tempi della politica».
Appare assurdo che una variante che non prevede “stravolgimenti” all’attuale piano regolatore non possa attendere poco più di sei mesi per poter essere avviata. È sotto gli occhi di tutti il fatto che proprio i tempi della politica (ovvero l’avvicinarsi delle elezioni) stiano dettando l’agenda di questa variante presentata in grande stile (vista anche la partecipazione dell’archistar Stefano Boeri), ma ancora priva di contenuti.
La variante dell’asse di via Jervis era stata presentata come fondamentale per rilanciare quella parte di città in vista, tra l’altro, della candidatura Unesco, ma fino a questo momento sembra sia stata più che altro funzionale all’apertura del nuovo centro benessere. C’è da augurarsi che questa variante al piano regolatore della città possa tornare utile a tutti e non solo a qualche imprenditore o professionista del settore.

Andrea Bertolino